Scuola

La scuola può diventare di nuovo un luogo di passione

La scuola che verrà secondo Luigi Gallo, Presidente della VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati

05 novembre 2018di Salvatore Familiari, 18 anni

Quali saranno gli interventi strutturali proposti dal nuovo governo per la scuola? Quali i settori interessati e quali i fondi stanziati?

In soli pochi mesi in Parlamento abbiamo votato la fine di uno scandalo che durava da 20 anni e che aveva privatizzato di fatto un pezzo della nostra scuola con appalti di pulizia. Oggi, con la risoluzione per internalizzare i servizi di pulizia nelle scuole, abbiamo impegnato il Ministro con un voto in Commissione Istruzione e Lavoro ad assumere 12mila persone che dovevano essere stabilizzate 20 anni fa. La scuola sarà più stabile, pulita e sana. Con queste misure, le risorse che si sprecavano potranno essere utilizzate per mettere in sicurezza gli edifici scolastici. Un’altra riforma che presto vedrà la luce, perché già in discussione nella Commissione Cultura, è l’inserimento del docente di educazione motoria nella scuola primaria, una vera esigenza per il benessere e l’apprendimento dei nostri bambini.

 

La scuola è un campo strategico in cui investire per il futuro e per portare un reale cambiamento, tuttavia nel contratto di governo pochissime sono le righe che la riguardano. Perché è stata fatta questa scelta?

Il primo documento di economia e finanza che abbiamo prodotto mostra come nei prossimi anni faremo misure espansive per scuola, università e ricerca. Introdurremo nella scuola primaria anche inglese e musica e potenzieremo il tempo pieno aprendo le scuole il pomeriggio nei territori che oggi sono più abbandonati. Voglio ricordare che, con la riforma delle pensioni, ci saranno tantissimi giovani e precari che diventeranno insegnanti, ricercatori e professori universitari, producendo un vero ricambio generazionale. Il prossimo anno ci saranno 12mila insegnanti in più per infanzia e primaria e tanti insegnanti stabilizzati per studenti diversamente abili. Una delle misure che più mi sta a cuore è la creazione di una équipe educativa multiprofessionale che supporterà le scuole per promuovere i modelli virtuosi, aiuterà gli istituti che hanno bisogno di innovarsi e devono affrontare criticità educative. Stiamo risolvendo pian piano tutti i guasti che abbiamo ereditato. 

 

La legge di bilancio prevede un taglio all’istruzione di oltre 50 milioni, indicati per altri progetti di governo. Ritiene che sia stata una mossa adeguata?

Il Parlamento ha chiesto al governo di reinvestire queste risorse nel settore dell’istruzione e presenteremo proposte per migliorare la legge di stabilità. La scuola ha bisogno prima di tutto di un potenziamento per il tempo pieno, per evitare che i ragazzi finiscano nelle mani delle criminalità organizzata o abbandonino la scuola. I dati sono allarmanti e dobbiamo intervenire con delle prime misure.

 

I criteri dell’alternanza scuola-lavoro sono stati modificati. Potrebbe esporre meglio quali saranno i cambiamenti a riguardo?

Vogliamo sviluppare progetti di qualità da fare all’esterno della scuola, che puntino su esperienze in linea con gli interessi degli studenti e gli indirizzi scolastici che hanno scelto. Fuori dalla scuola i ragazzi possono fare esperienze qualificanti anche con associazioni, terzo settore, con percorsi didattici in parchi regionali e nazionali. Possiamo mettere in piedi progetti di educazione civica, ambientali, di conoscenza storico-culturale del territorio. Non solo conoscenze, ma anche esperienze e relazioni che potenzino le soft skill fondamentali per diventare cittadini e attori pieni della propria vita. Riduciamo le ore e aumentiamo la qualità di questi progetti. Per me va cambiato anche il nome “Alternanza Scuola-Lavoro”, perché dovranno diventare esperienze sul territorio collegate alle discipline di studio.

 

Il ministro dell’istruzione Bussetti, dopo la pubblicazione della nuova informativa sulla maturità, ha detto che per qualsiasi perplessità basta domandare sui social. È questo il confronto proposto con gli studenti? Lo ritiene adeguato?

Ho incontrato già la Presidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari e i rappresentanti di alcune associazioni, come UDU, e altri incontri sono in programma. Presto le associazioni studentesche saranno coinvolte nei lavori della Commissione Cultura sulle leggi che stiamo discutendo. Inizierà la discussione sul superamento del numero chiuso all’università e vogliamo ascoltare tutti per fare una riforma responsabile e che punti ad aumentare le bassissime percentuali di laureati in Italia. Siamo penultimi secondo l’ultimo rapporto Eurostat. Si laurea solo una persona su 6 e bisogna agire su numero chiuso, allargamento della no tax area universitaria e percorsi di laurea digitali delle università pubbliche con il protocollo MOOC che si è affermato in tutto il mondo, a partire da Harvard.

 

Il decreto “Scuole Sicure” prevede lo stanziamento di oltre 2.5 milioni per contrastare lo spaccio all’interno degli istituti mediante l’inserimento di corpi di polizia e telecamere, di cui oltre 730 mila per Roma. È veramente un’esigenza della scuola per la sicurezza degli studenti?

Il Parlamento, alla Camera, ha appena approvato una proposta che è partita con l’idea di montare telecamere in ogni aula e che prioritariamente spenderà 5 milioni per la formazione degli insegnanti. La democrazia funziona. Le idee di partenza nel  Parlamento di questa legislatura vengono sempre migliorate.

 

Quali sono i punti più fragili della scuola Italiana e come si potrebbe intervenire su di essi?

La scuola e gli insegnanti devono ricevere attenzione e supporto, bisogna puntare sulle abilità diverse di ogni singolo bambino e ragazzo. Ci sono tante emergenze nella scuola, troppe, dal precariato all’edilizia scolastica, dall’abbandono degli studenti all’assenza dei dirigenti. Noi dobbiamo occuparci di condurre la scuola a una situazione stabile e normale. Eliminate le emergenze, va supportata una didattica che punti sui talenti dei bambini, che sono diversi e non vanno soppressi con attività troppo omologanti che rischiano di demotivarli. La scuola può diventare di nuovo un luogo di passione.

 

L’abbandono scolastico costituisce uno dei problemi più gravi della scuola italiana. Sono previsti interventi per contrastare questo andamento? Ritiene che sia opportuno aumentare i finanziamenti per le scuole, specialmente nei territori più a rischio, per garantire anche l’apertura pomeridiana per attività didattiche?

È una delle esigenze principali della scuola. Credo molto in una scuola che si fa comunità, che diventa centrale nei quartieri, un faro che aiuta a ricucire le ferite che in questo momento sanguinano nella società. Se succede questo, troveremo anche tanti cittadini, associazioni e realtà medio-grandi che possono diventare una risorsa per la scuola e per gli studenti. I ragazzi non vedono l’ora di prender parte a esperienze reali, perché sanno che sono queste esperienze che garantiscono loro una bussola per affrontare il mondo da cittadini attivi.

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