La mia esperienza con la scuola a distanza
Anastasia fa il punto su come professori e studenti si stiano attrezzando per far fronte alla quarantena
Il Coronavirus non soltanto sta danneggiando l’economia, ma sta creando problemi anche per quanto riguarda l’istruzione. L’ordine della chiusura delle scuole per decisione del governo per evitare i contagi sta mettendo in crisi istituti e studenti.
Per cercare di contrastare il problema, è stato apportato un progetto di didattica a distanza, cioè delle video-lezioni; ovviamente non potranno sostituire le spiegazioni tradizionali ma costituiscono un’alternativa in una situazione straordinaria come questa. Se fosse capitato qualcosa del genere dieci anni fa, o anche meno, il virus avrebbe scoraggiato ogni proposito. Oggi, invece, registri elettronici, piattaforme varie e canali Youtube consentono di riannodare a distanza i fili delle lezioni interrotte.
Lo scopo dovrebbe essere quello di seguire le lezioni online, rispettando il normale orario scolastico, in modo da recuperare i giorni scolastici persi a causa della quarantena. Il registro elettronico consente di condividere il materiale didattico e allestire delle aule virtuali dove far dialogare docenti e studenti ma, in alcuni istituti, questo metodo non sta funzionando e in altri addirittura non sono iniziate. Frequento l’istituto Licei Francesco Angeloni, indirizzo delle Scienze Umane e in questo periodo in cui sono state sospese le attività didattiche i professori hanno assegnato i vari compiti da svolgere durante tale arco di tempo e che dovranno poi essere spediti tramite posta elettronica. Ovviamente ci aggiornano di giorno in giorno tramite i rappresentanti d’istituto e di classe riguardo le novità che potrebbero essere introdotte però ancora non sono state attivate delle modalità di didattica a distanza per effettuare delle lezioni online. Noi studenti capiamo il disagio creato da questa situazione e cerchiamo di andare in contro a queste difficoltà, anche se ci troviamo in disagio perché le cose non sono ben organizzate; alcuni professori preferiscono la posta elettronica mentre altri vogliono che i compiti assegnati vengano poi mandati svolti tramite il registro elettronico, che talvolta non funziona e diventa un ulteriore ostacolo.
L'auspicio di tutti è che la situazione torni al più presto alla normalità.