Esame di stato 2020, cosa ne pensano gli studenti
Ieri la Ministra Azzolina ha comunicato le modalità dell'esame. E i maturandi insorgono
Dopo tante voci sul nuovo Esame di Stato, finalmente nella giornata parlamentare di ieri la Ministra Azzolina ha fornito le direttive per lo svolgimento, che però lasciano aperti alcuni interrogativi. Finalmente c’è una data di inizio degli esami orali, il 17 giugno, e l’esame durerà massimo un’ora. Rispetto all’ultimo Decreto Scuola, l’Esame si svolgerà in presenza e non online come sembrava potesse accadere. Viene confermata la commissione interamente interna, ad eccezion fatta del Presidente.
Tenendo conto del percorso didattico effettivamente svolto, nel dettaglio l’esame sarà articolato così:
a) discussione di un elaborato concernente le discipline di indirizzo;
b) discussione di un breve testo, già oggetto di studio nell’ambito dell’insegnamento di lingua e letteratura italiana durante il quinto anno;
c) analisi, da parte del candidato, del materiale scelto dalla commissione;
d) I candidati dovranno esporre le esperienze fatte nei Percosi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento e si parlerà anche di “Cittadinanza e Costituzione”.
La prova potrà valere fino a 40 punti, mentre i crediti complessivi saranno ricalcolati fino ad un massimo di 60 punti.
MA COSA NE PENSANO I MATURANDI?
L'ho chiesto ad alcuni miei coetanei che, tra poco più di un mese, si troveranno ad affrontare l'Esame di Maturità. Carolina 18 anni ci dice: “Non c’è più tempo per continui cambiamenti, non tutti nonostante l’aiuto delle scuole e dei comuni hanno la possibilità di seguire le lezioni. Sinceramente? Molti di noi si aspettavano un esame molto più semplificato. Mancano 40 giorni all’esame e non sappiamo ancora niente di concreto”. Dello stesso parere è Giada, 18 anni che aggiunge: “Tutti gli anni i maturandi sapevano già come avrebbero svolto l’esame a gennaio. È vero, siamo in una situazione d’emergenza, ma bisognava dircelo prima! All’inizio sembrava ci volessero aiutare, mentre adesso ci troviamo ancora più incasinati. Non oso immaginare quanto costi sanificare di volta in volta gli ambienti usati per svolgere gli orali”.
Anche Rebecca, 22 anni è d’accordo con Carolina e Giada e aggiunge: “Un esame così, non è più semplici, anzi è molto più difficile. Vogliamo paragonare una lezione in classe, con una lezione in videochiamata? Oppure del fatto che non tutti hanno adeguate connesioni internet e dispositivi tecnologici per seguire le lezioni? E non sono convinta neanche della decisione di svolgere l'esame in presenza... si corrono troppi rischi!".
C'è poi il problema degli spostamenti, come sottolinea Stefania, 18 anni: “Nella mia classe, la maggior parte dei miei compagni sono pendolari. Sai cosa vorrebbe dire viaggiare in pullman per venire a fare l’esame? Potrebbe capitare che il bus sia al completo e non lo facciano più salire, cosa fa? Non si presenta?”. Allo stesso tempo c’è qualcuno che si è rassegnato, come Pietro e ci dice che “l’unica cosa che dobbiamo fare e quella di studiare! Non possiamo farci niente per far cambiare idea alla Ministra.”