Dove abbiamo ballato quest’estate
La musica è stata protagonista anche quest’anno, ma ha saputo cambiare pelle e rinnovarsi
L’estate è per antonomasia la stagione della musica. Tormentoni, discoteche, festival e concerti sono la colonna sonora – ma in certi casi anche i protagonisti – delle vacanze di ogni adolescente. Estate vuol dire quaranta gradi al sole alle Capannelle, cori che invadono l’Atlantico, bassi martellanti che scuotono l’Italia dal Demodé all’Alcatraz. Nomi associati a eventi, spazi che si riempiono due volte di musica: dal vivo e nel ricordo. E poi i festival, uno su tutti l’Indiegeno: lunghe attese di sudore e salsedine che esplodono in poche sfavillanti ore. Eppure, in questo 2020 tutto strano, anche la stagione del caldo è stata inusuale. Con che colonna sonora la ricorderemo? La musica è riuscita a essere la protagonista anche stavolta? Prima online e poi con una timida riapertura alla dimensione live, la musica dal vivo ha percorso altre vie rispetto al “classico” concerto estivo. Il riuscitissimo No Borders Music Festival, giunto alla 25° edizione, ha ospitato tra gli altri Elisa, Mannarino e Brunori Sas, impegnandosi tanto nella promozione culturale quanto nella salvaguardia della natura.
LE LOCATION
Niente stadi iper affollati o piste da ballo riempite fino all’inverosimile. Quest’estate gli spettacoli musicali hanno conosciuto ambientazioni decisamente inusuali: radure, cime e rifugi sono state valorizzate ulteriormente dalla musica, spesso con il doppio merito di proteggere i cittadini dal contagio e la natura dal deterioramento. Ma anche le città non si sono di certo svuotate; e così, con maggiori rischi, ma con la stessa determinazione, sono ripartite anche numerose iniziative culturali urbane, con un numero ridotto di spettatori ma con il valore aggiunto di restituire un’esperienza musicale dal vivo, tremendamente vivida. Organizzazioni come Risorgi Marche hanno realizzato eventi indimenticabili, dove l’emozione della musica live si è fusa con la poeticità dei tramonti nei piccoli borghi del Centro Italia. Si è dimostrato che la perseveranza e la determinazione possono davvero risollevare un Paese, o quantomeno alleviarne i dolori.
EVENTI IN STREAMING
Il settore musicale, colpito duramente dalla pandemia, ha dovuto trovare degli escamotage per ripartire. E anche se con difficoltà, ce la sta facendo. L’innovazione portata da Heroes, il primo concerto interamente ideato per essere visto in streaming, previo pagamento di un biglietto virtuale, ne è un esempio (per quanto discusso). Lascia l’amaro in bocca la risposta deludente del Governo, specie nelle prime fasi, alle difficoltà de “i nostri artisti che ci fanno divertire”, dato l’enorme lavoro (spesso sconosciuto ai più e non valorizzato a chi lo compie) che c’è dietro ogni evento musicale. Ma nonostante ciò sono proliferate manifestazioni online e dal vivo, come il flash mob in piazza al Duomo il 21 giugno, #SenzaMusica, dove anche i volti noti di questo settore colossale hanno cercato, per quanto possibile, di amplificare le esigenze di chi rende il loro lavoro realizzabile.
TORMENTONI
Inoltre non sono affatto mancate hit estive confezionate in modo perfetto, che hanno assalito - e continuano a riempire - le radio italiane. Tik tok è diventata la moderna pista da ballo di questa “estate-assembramento-free” e ha contribuito in maniera decisiva a rendere virali brani come Jerusalema, Karaoke e Savage Love.
… E DELLE CHIACCHIERE NEI BAR
“Tutto questo ci migliorerà”, falso e utopico. La ripresa non si realizza in pochi mesi, ma quel che è certo è che anche quest’estate - sul filo del rasoio della disperazione - siamo riusciti a cantare in coro come non molto tempo fa, oscillando incerti tra la voglia di tornare al passato e una paura angosciante del presente. L’estate 2020 è stato un ballo intorno al falò, come nelle culture antiche, ad esorcizzare i demoni della notte, proiezioni della nostra eterna incertezza. Nulla di più genuinamente umano. Giunti a settembre è quasi involontario pensare a “La fine dell’estate / e delle chiacchiere nei bar / e delle occhiate dentro ai bar...”, che cantavano i Thegiornalisti nell’ormai lontano (reso ancora più distante dal Covid) 2014. Ora che ricomincia il cicaleccio disimpegnato fuori dai locali e che si torna a giocare con gli sguardi, è lecito vivere questa nostalgia senza timore, uscendo dallo stato di paranoia che ci ha stremato, e imparando a convivere con il virus. Sarà per un’altra estate? O forse, a patto di sapersela godere, è andata bene anche questa.