Same old story, same old song?
Il caso Margherita Vicario-Emis Killa e il sessismo nelle canzoni rap
La giovane cantautrice Giulia Pratelli (che vi abbiamo presentato sulle nostre pagine già qualche tempo fa) commenta quanto avvenuto tra la cantante Margherita Vicario e i fan di Emis Killa, Jake La Furia, Salmo e Fabri Fibra. Per colpa di un commento in una story di Instagram, in cui Margherita ha definito anacronistico e misogino il pezzo di Emis Killa (in featuring con gli altri tre artisti), la Vicario è stata travolta da insulti dei fan dei rapper che hanno preferito tacere invece di difendere la collega che ha semplicemente espresso un parere. A sua difesa, scende in campo Giulia Pratelli, di cui pubblichiamo il commento in esclusiva per Zai.net.
“Parlare della polemica che si è scatenata tra Margherita Vicario e i fan di Emis Killa senza dire qualcosa di banale è molto difficile. Gli episodi di shitstorm avvengono di continuo, lo sappiamo bene. Ogni giorno nell’etere si scontrano parole violente, come biglie impazzite che rimbalzano da uno schermo all’altro, da un tweet a una story, da un post a un Tik Tok.
E allora… same old story, same old song? Potrei occupare tutto lo spazio di questo piccolo articolo per ricordare che quando sono rivolti alle ragazze, alle donne, questo genere di insulti assumono caratteristiche diverse, diventano attacchi misogini e sessisti. Mi potrei domandare se al posto di Margherita avrei potuto pensare di non dire niente, di non esprimere un’opinione perché lo sappiamo che poi, tanto… le cose vanno così.
Però, pensandoci bene, non sono riuscita a non concentrarmi su un piccolo elemento positivo: abbiamo ancora voglia di parlarne, abbiamo sempre voglia di parlarne. Nonostante episodi come questo accadano ogni giorno là fuori… possiamo ancora riuscire a stupirci. E allora perché non può essere proprio questa scheggia di stupore, piccola ma incandescente, a salvarci, a farci cambiare qualcosa? Continuiamo a stupirci, parliamone, al bar, a scuola, a casa, in palestra: proviamo a resistere, a non cedere al tranello che ci porta a cadere in quella terra di nessuno in cui “frequente”, “quotidiano” diventa sinonimo di “normale”, “accettabile”. ”