Transizione ecologica, l'Italia parte male
L'ASviS "rimanda" il contenuto del Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza: "manca una valutazione complessiva dei risultati attesi in termini di sostenibilità e impatto duraturo nel tempo, di coesione sociale e riduzione delle disuguaglianze"
Tra il piano Next Generation EU, la scadenza degli obiettivi dell'Agenda ONU e l'inarrestabile avanzare del tempo, i prossimi dieci anni saranno decisivi per la risposta alla crisi climatica.
Già nel 2026, l'Unione Europea valuterà se le mete indicate dal Recovery Plan siano state raggiunte. Gli obiettivi imposti da Bruxelles sono ambiziosi: ben il 37% dei quasi 2 miliardi di euro del Next Generation EU dovrà essere investito in progetti per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Inoltre, la totalità dei fondi dovrà avere impatto zero sull'ambiente.
Una falsa partenza
L'Italia non parte nel migliore dei modi. Nel rapporto presentato nella giornata di ieri, l'Associazione Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) ha giudicato la bozza attuale del Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) come incapace di "indirizzare investimenti adeguati verso la decarbonizzazione di industria, edilizia e trasporti".
Secondo l'analisi dell'ASviS, mancano all'appello temi essenziali come la tutela della biodiversità e la riduzione dell'inquinamento, nonché un'approfondita valutazione dei risultati attesi per quanto riguarda l'impatto che le scelte contenute nel programma avranno nel corso degli anni.
In un'ottica più ampia e non unicamente legata al discorso ambientale, viene indicata anche l'insufficienza dei progetti volti alla coesione sociale, al superamento delle disuguaglianze e all'occupazione femminile e giovanile, temi che dovrebbero godere di rinnovata rilevanza alla luce dell'emergenza pandemica.
Insoddisfacente, secondo l'Associazione, anche il contenuto relativo alla salute: "Appare evidente la carenza di una prospettiva di lungo termine, che si rispecchia nell’assenza di indicazioni per una riforma sistemica del modello di politica sanitaria e di promozione del benessere". In questo ambito, persino i fondi che il governo vorrebbe stanziare sono considerati insufficienti: "Il totale è non solo inferiore rispetto alle altre missioni (9% del totale), ma del tutto inadeguato rispetto a quanto stimato come necessario sulla base delle analisi delle necessità economiche del settore".
Le parole di Cingolani
Alla presentazione del rapporto, il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha assicurato che il governo sta lavorando intensamente al PNRR, che considera "Un'occasione unica", "che permetterà all'Italia di essere leader nel mondo tra dieci anni".
Il ministro ha poi indicato quali saranno i principali obiettivi del piano: "L’Italia sta puntando su quattro aree: agricoltura sostenibile, economia circolare, transizione energetica e tutela del territorio. Dobbiamo sviluppare un complesso di progetti che sappiano mettere in sicurezza le fragilità e valorizzare le eccellenze".
Cingolani ha anche evidenziato una delle principali barriere che, a suo avviso, limitano l'interventismo in materia ambientale: "Accanto alla transizione ecologica serve una transizione burocratica: dobbiamo avere non solo idee fantastiche, ma anche la capacità di metterle a terra, e quindi servono regole che ci consentano di lavorare in maniera efficace ed efficiente".
Più dialogo
Il presidente dell'Associazione Italiana per lo Sviluppo Sostenibile Pierluigi Stefanini domanda al governo una maggiore inclusione nella pianificazione del PNRR: "Chiediamo che partecipi la società civile, come richiesto dalle linee guida della Commissione Europea. L’ASviS e le oltre 290 organizzazioni aderenti sono disponibili a contribuire al dibattito".
In sostanza, a mancare è quindi buona parte degli obiettivi richiesti dall'Agenda ONU. L'ASviS non ci sta, e il presidente Stefanini ha concluso l'evento - seguito online da più di 23mila spettatori - ricordando che la sua associazione sarà nel prossimo decennio una "sentinella" che vigilerà sul corretto raggiungimento dei goal, nonostante le difficoltà che la pandemia sta comportando.