Tedua, tra i gironi danteschi del suo ultimo disco
Con la sua ultima uscita, Don't Panic, è ora definito da tutti il nuovo Dante
Mario Molinaro, conosciuto con lo pseudonimo di Tedua, è un rapper che si è confermato essere uno dei big della scena italiana grazie alla sua metrica fuori dal comune e a ciò che racconta nei suoi testi.
Le origini
Nasce a Genova nel 1994 ma già all’età di tre anni è costretto a cambiare città. Dopo essersi traferito a Milano è andato in adozione a diverse famiglie e poi in casa d’affido per via del suo comportamento irrefrenabile e ribelle. Successivamente non troverà mai pace e un tetto sicuro dove rimanere, come spiega chiaramente nel suo ultimo Mixtape, e ancora adesso continua ad essere tormentato tutte le notti dai mostri del suo passato e da quegli anni difficili. Tutto ciò contribuisce alla formazione del suo carattere forte e spesso irrequieto che lo ha portato a subire maltrattamenti da parte di ragazzi più grandi delle molte città in cui ha vissuto. Intorno ai sedici anni, si avvicina al fumo e alla droga che lo aiutano a superare i momenti difficili e le grandi delusioni soprattutto in amore, di cui ce ne parla attraverso la figura di una donna, della quale non svela mai l'identità, ma che per lui è fonte di gioia e quasi salvezza quando sono insieme. Descrive questo rapporto attraverso paragoni anche di difficile interpretazione, come un poeta. E come tale soffre e odia, poiché confuso e tormentato dai suoi intriganti pensieri (Tedua, Purple, Vita Vera mixtape).
L'ascesa dalla Wild Bandana a Vita Vera Mixtape
All’età di tredici anni insieme a sua madre si trasferisce in diverse città liguri nei pressi della sua Genova: tra le più importanti abbiamo Cogoleto, piccolo paese dove conosce i futuri membri della sua futura crew Wild Bandana, come IZI, Vaz Tè, Ill Rave, Bresh, ragazzi con situazioni alle spalle simili alla sua. In seguito col passare degli anni torna a Milano, in zona Calvairate (Milano Est) dove tutt’ora vive. Si avvicina all’arte del rap già all’età di 11 anni con battaglie freestyle insieme agli amici, e subito si distingue per la padronanza di parole complesse e incastri di rime non banali per un giovane talento come quello; nel corso della sua adolescenza il rap diventa una fonte di sfogo e liberazione e Tedua sente la necessità di dover di proseguire per questa strada, che con così poco lo stava letteralmente salvando e gli stava dando tanto. Da lì in poi, anche prendendo ispirazione da artisti come i Club Dogo, comincia a scrivere i primi testi e prodursi le basi all’interno di piccoli studi situati nei garage delle case dei suoi amici che lo seguono in questa avventura. Questa sua ambizione e voglia di fare lo portano a conoscere artisti come Sfera Ebbasta e Ghali e da quello che lui ha definito fratello di sangue, il producer Chris Nolan, tutt’ora collaboratore dell’artista e produttore principale dei suoi ultimi due album Mowgli e Vita Vera mixtape. Il percorso e i temi principali che Tedua tratta all’interno dei suoi testi non si potrebbero riassumere in un solo articolo; dice infatti che la strada e le sue leggi lo hanno cresciuto più delle tante famiglie che ha avuto, lo hanno reso da cucciolo d’uomo (Mowgli) a uomo forte e deciso. Il percorso di formazione di Mario è raccontato nei suoi tre album, che aiutano anche ad inquadrare il personaggio e a cogliere le lezioni che vuole dare, soprattutto ai più giovani, sulla base delle sue esperienze personali, sul come non bisogna mai accontentarsi. Ci insegna che il concetto chiave è: ‘‘Non lamentarsi del proprio tozzo di pane, lo vuoi più grande? Dai corri prendilo e rendilo reale’’( Tedua, Clone, Vita Vera mixtape). Vivere la vita ringraziando per quello che abbiamo, non dubitare mai di se stessi e soprattutto mettere in risalto le proprie potenzialità non pensando mai che non ce ne siano, questi sono i suoi messaggi.
Il nuovo Dante
Negli ultimi due anni l’artista genovese ha portato a termine due progetti che parlano esplicitamente della sua vita passata, Vita Vera mixtape e l’ultimissimo EP Don’t Panic, uscito pochi giorni fa. In quest’ultimo è molto interessante il paragone che fa tra il viaggio di Dante dall’inferno verso il paradiso alla ricerca di Beatrice, e il cammino di Mario, dall’oscura via della sua adolescenza in cui si sente perso fino al suo paradiso, ossia la ricerca della retta via, la felicità e l’amore che non ha mai ricevuto da bambino. Per questo motivo l’artista è ora definito da tutti il nuovo Dante, il primo che sullo spunto della Divina Commedia è riuscito ad impostare il viaggio di un giovane ragazzo genovese partito dalle popolari fino al top delle classifiche FIMI, nonostante tutte le avversità (i suoi gironi).