Alcuni capi di moda diventati iconici
Una rassegna di alcuni degli abiti e degli accessori più iconici della storia della moda, dalla Chanel Suit alle High-Heels shoes di Louboutin
Diversi capi di moda nella storia sono divenuti iconici, ottenendo grande successo. Eccone alcuni.
Chanel suit
Questo capo composto da due pezzi ( twinset ), ideato da Coco Chanel, esordì nella sfilata dell’anno 1923, nella quale non ottenne tanto successo tra i giornalisti. Ciò non fermò Coco Chanel, che successivamente ripresentò il capo in modo diverso, ma sempre composto da due pezzi, che riscosse cosi un successo enorme e divenne uno dei capi più iconici creati dalla stilista.
Hermès Birkin Bag
Nel 1983 Jean-Louis Dumas, CEO di Hermès incontrò la famosa attrice Jane Birkin. Dopo una chiacchierata l’attrice si lamentò del fatto che nessuna borsa da lei trovata riuscisse a contenere tutti i fogli di cui aveva bisogno. Jean-Louis, ascoltando questa affermazione, ideò una bozza per una borsa che più avanti diventerà una delle creazioni più iconiche della storia, ovvero la Barkin Bag.
Yves Saint Laurent e “Le Smoking Tuxedo”
Questo tailleur dallo stile lungo e minimalista, ideato per le donne, inizialmente riportò solo risconti negativi, ma successivamente, riproposto alle sfilate, portò grande attenzione tra il pubblico dato che nel 1966 questo capo permise alle donne di indossare una giacca e dei pantaloni per la prima volta nel mondo della moda e nella società moderna.
Le High-Heels shoes di Christian Louboutin
Le High-Heels shoes nascono dall’invenzione di Christian Louboutin che, dopo aver notato delle scarpe nere con il tacco in uno stabilimento di calzaturiero in Italia, nel 1992 decise di dare a queste scarpe già perfette un tocco di colore in più ovvero il rosso. L’ ispirazione gli venne guardando la sua assistente che si stava dipingendo le unghie con lo smalto di colore rosso, e da lì Christian decise di creare scarpe con il tacco con la suola rossa, creando così uno dei capi di moda più iconici della storia.
Foto: Birkin Bag | Wen-Cheng-Liu su Wikimedia Commons. Licenza CC BY-SA 2.0