Università, polemiche e consensi sul green pass
Ma il certificato verde non è l'unica soluzione: si può continuare a frequentare l'università anche da remoto
Dal primo settembre si può entrare negli atenei solo con il Green pass, a nessuno verrà negato il diritto allo studio, resterà attiva la modalità telematica per seguire le lezioni e sostenere gli esami, ma sarà concesso tornare in presenza solo ai vaccinati, ai guariti dal covid 19 e a coloro che presenteranno un tampone negativo di massimo 48 ore prima.
Polemiche
Tale provvedimento, che scadrà il 31 dicembre, mira a ripartire in massima sicurezza e a stimolare la responsabilizzazione dei giovani tra i 18 e i 28 anni, ma ha suscitato non poche polemiche. C'è una lettera firmata da centinaia di professori universitari, tra cui lo storico Alessandro Barbero, che definisce l'obbligatorietà del certificato verde uno "strumento discriminatorio". Gran parte dei fimatari si è sottoposta alla vaccinazione, convinti della sua efficacia ma ci tiene a sottolineare il ruolo di inclusione dell'università, come è chiaro nella prima frase dell'appello: "Siamo preoccupati perchè la disposizione vigente estende di fatto l'obbligo di vaccinazione in forma surrettizia per accedere anche ai diritti fondamentali allo studio e al lavoro, senza che vi sia la piena assunzione di responsabilità da parte del decisore politico". Ma a dissentire resta solo l'1% del corpo docente universitario, come afferma anche Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano, che esprime l'urgenza di restituire la normalità al percorso di sapere e di comunità. La ministra dell'Università Maria Cristina Messa è ferma nella decisione: "L'accesso all'università ha perso tantissimo nel lavoro a distanza e non può che rinascere rioccupando gli spazi".