Arte

Dalla tela al digitale:

Col passare del tempo e lo sviluppo della società sono cambiati i diversi modi e mezzi di autoritrarsi e ritrarre determinati soggetti. Oggi, si utilizza il “selfie” ma in passato era usata la tecnica dell’autoritratto o del ritratto realizzato da pittori e da artisti. 

06 giugno 2022di Andrea Barbato, Giacomo Gentilini, Mattia Grassi, Denise Lazzeri, Nicol Nadaiu e Sofia Sapienza

Una delle prime forme di ritratto si trova nel quadro “San Pietro benedice un pellegrino” del XIV secolo di Vitale degli Equi dove viene dipinta la figura del committente dell'opera. Si tratta in questo caso di un pellegrino simbolicamente rappresentato dai suoi semplici vestiti e accessori: la veste, la sacca e la capasanta; da questi, si può notare che il pellegrino non appartiene a una classe sociale alta. In quel secolo era molta l’importanza che, nell’arte, avevano l'abbigliamento e gli accessori indossati dal protagonista. Il loro ruolo era quello di mostrare indirettamente il ceto sociale e/o la ricchezza del richiedente.

Musei Civici d'Arte Antica: Collezioni Comunali d'Arte  Piazza Maggiore, 6 Bologna (BO) Vitale da Bologna  1309 ca./ ante 1361

Inoltre un aspetto molto interessante del quadro si denota nei dettagli che caratterizzano il committente: l’abbronzatura, le numerose rughe e un volto magro e stanco. Facendosi dipingere come realmente è senza essere idealizzato, il pellegrino dimostra che il suo unico obiettivo è il ricordo e il simbolo del suo viaggio di pellegrinaggio. In più, è chiaramente presente una gerarchia tra il Santo e il committente le cui dimensioni sono chiaramente sproporzionate e irreali rispetto al primo. Questa tecnica verrà utilizzata fino al XVI secolo quando avverrà un grande cambiamento nella rappresentazione del committente.

Passerotti Bartolomeo  1529/ 1592 Altra Attribuzione: Fontana Lavinia (Arfelli)
Analizzando il quadro del 1600 “Crocifisso coi santi Paolo e Francesco e una coppia di donatori” è già presente la rivoluzione precedentemente nominata. I due committenti vengono raffigurati diversamente: non è più presente la gerarchia ma al contrario hanno le stesse dimensioni dei Santi e ciò che li distingue da essi è solo l’assenza di aureola. Questo è un grande cambiamento nella storia del ritratto in quanto anche la figura dell’uomo diventò sempre più rilevante grazie alla corrente artistica e filosofica del Rinascimento. A differenza del quadro precedente i committenti non sono di profilo ma uno posizionato a 3⁄4 e uno di fronte allo spettatore questo perché era nato un interesse più profondo per il realismo, lo spazio e la prospettiva.

Dopo aver analizzato gli autoritratti del XIV e del XVI secolo si può denotare che negli stessi secoli e in quelli successivi l’uomo è diventato sempre più importante e al centro del mondo fino ad arrivare a voler rappresentare  singolarmente la sua figura in un ritratto. Un esempio del XVI e XVII secolo è il ritratto di Ippolita Obizzi Campeggi di Benedetto Gennari, una giovane nobildonna che si è fatta ritrarre su desiderio della sua famiglia per mostrarsi al suo futuro sposo. Anch'essa è a ¾ e viene dipinta a mezzo busto. Risaltano tutte le qualità principali del suo ceto sociale sia nell’atteggiamento che nell’abbigliamento molto elegante e prezioso. Si mostra come simbolo della verginità e della purezza, rappresentata dal giglio alla sua sinistra e dalla sua carnagione chiara, inoltre ha un atteggiamento remissivo classico delle donne sposate dell’epoca.

Gennari Benedetto Junior  1633/ 1715 dipinto  tela/ pittura a olio cm 63 (la) 81 (a)  sec. XVII (1660 - 1665)

Sempre un esempio di ritrattistica ufficiale è quello del cardinale Prospero Lambertini del XVII secolo di Giuseppe Crespi che però si distingue dal quadro precedente perchè è molto più intimo probabilmente perché il pittore e il cardinale erano amici. Prospero Lambertini non sembra presentarsi formalmente alla società nel celebre ruolo che investe ma al contrario sembra ritratto quasi di sorpresa nel suo studio. Questo si deduce dall’espressione facciale divertita e dalla posa incerta metà seduta e metà in piedi che assume.

Giuseppe Maria Crespi, detto lo Spagnolo (Bologna, 1665-1747) Ritratto del Cardinale Prospero Lambertini, 1739/1740 olio su tela; P 108 cm. 79 x 58 acquisizione: mercato antiquario, 1960 sala 8

Nel XIX secolo si diffuse una nuova forma di ritratto di dimensioni minori rispetto a quelli precedenti chiamati “ritratti in miniatura”.Venivano fatti su una superficie in avorio ed erano tascabili al fine di essere portati in viaggio attaccati ai bracciali o a dei pendenti; raffiguravano spesso familiari o coniugali dei quali potevano avere un ricordo durante lunghi viaggi o i quali potevano presentare a chi non poteva direttamente conoscerli. Questi mini ritratti sono più simili alle foto utilizzate per esempio oggi, nelle carte d’identità cartacee o il passaporto. Anch'esse molte volte sono utilizzate anche come ricordo da tenere nel portafoglio.

Tra i ritratti precedentemente analizzati e i ritratti digitali dei nostri secoli ci sono alcune fondamentali differenze: l'autoritratto è una foto di sé stessi con fini artistici e creativi, mentre invece l'autoscatto, ovvero il selfie, ha in realtà il solo obiettivo di auto-rappresentarsi, senza particolari fini creativi o artistici, ma semplicemente per mostrarsi agli altri.

La parola “selfie” nacque nel 2010 con l’uscita di una nuova tipologia di iPhone che possedeva per la prima volta la fotocamera interna. La parola acquista un significato talmente importante e popolare che nel 2013 venne proclamata parola dell’anno e nello stesso anno nacque il 21 giugno il National Selfie Day ovvero la giornata mondiale del selfie, tutt’ora festeggiata. Ma quali sono le differenze e quali le somiglianze ci sono rispetto al vecchio ritratto creato dai pittori? In primo luogo la rappresentazione delle figure sia nelle opere del medioevo che nei selfie odierni, è quasi la stessa; le posizioni più utilizzate erano e sono: di fronte o  a 3/4. Un altro aspetto importante nella raffigurazione dei soggetti riguarda l’abbigliamento e gli accessori. Appare una differenza tra le due epoche, poiché in passato i vestiti dei committenti, indicavano il loro stato sociale mentre ora nei selfie hanno un significato solamente estetico e soprattutto non si attribuisce molta importanza all’abbigliamento. Oggi la maggior parte dei selfie viene fatta in modo spontaneo senza programmare una data e un orario ma semplicemente quando si ha una visione di sé stessi apprezzabile tanto da volerla fotografare. 

Un altro aspetto fondamentale da comparare con i ritratti del passato è il mezzo con cui venivano creati e l’oggetto con cui i selfie vengono effettuati. Nel Medioevo sino allo sviluppo della tecnologia spettava ai pittori, scultori e disegnatori creare un ritratto di un soggetto per esempio con l’uso della tempera, dell’olio su tavola o del marmo scolpito mentre ora si può realizzare un selfie con il semplice click su un tasto di uno smartphone, di un computer o una macchina fotografica.

Dai ritratti su tela al digitale, chissà cosa ancora ci riserverà il futuro!


 

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