Scuola

Abbandono scolastico, il PNRR può rappresentare una svolta?

Dati, cause e conseguenze dell'abbandono scolastico in Italia

13 gennaio 2023di Michela Roccasalva

L’abbandono scolastico è l’interruzione degli studi che si verifica precocemente alla fine della scuola secondaria di primo grado. L’abbandono si distingue dalla dispersione scolastica, la quale si riferisce a tutti i casi in cui il percorso di studio è rallentato, per esempio per cambio di indirizzo scolastico, frequenza irregolare e altri problemi che spesso portano all’abbandono.

I dati

Secondo gli ultimi dati pubblicati nel settembre 2022 da Eurostat, l’ufficio statistiche dell’Unione Europea e riferiti alla popolazione di giovani tra i 18 e i 24 anni, la percentuale di studenti italiani che ha rinunciato a conseguire un titolo di studio di scuola secondaria di secondo grado o alla formazione professionale è stata del 12,7%, in diminuzione rispetto ai dati del 2020, che indicavano al 13,1% la quota di abbandono scolastico in Italia. Anche se la percentuale è diminuita, risulta comunque superiore al 10%, valore che l’Unione Europea si era impegnata a raggiungere nel 2020. Abbandonano più i maschi (11,9%) rispetto alle femmine (8,4%). In confronto con gli altri paesi europei, secondo Eurostat, l’Italia si colloca al terzo posto, preceduta da Spagna e Romania.

Le conseguenze

Le conseguenze dell’abbandono sono state fotografate dal 56º Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2022 presentato dal Censis il 2 dicembre 2022. Esso riporta lo European Skills Index (Esi) elaborato da Cedefop che confronta lo sviluppo delle competenze di 31 nazioni europee. Da 3 anni l’Italia risulta all’ultimo posto. Secondo il rapporto, l’Italia non riesce a valorizzare le competenze che potenzialmente avrebbe “Vista l’alta percentuale di giovani 18-24enni che hanno abbandonato precocemente gli studi e sono nella condizione di Neet”. Neet è l’acronimo di Not in Education, Employment or Training e si riferisce ai ragazzi che né studiano né lavorano o si formano e nelle cui file confluiscono molti Elet, acronimo di Early Leaver from Education and Training vale a dire coloro che hanno abbandonato precocemente gli studi. Quindi, a causa dell’abbandono scolastico, i ragazzi privi di un titolo di studio hanno difficoltà a trovare lavoro, a rendersi autonomi e a migliorare la propria condizione infine a contribuire allo sviluppo sociale ed economico della società.

Le cause

Le cause dell’abbandono sono varie: problemi personali legati anche alla motivazione, le condizioni della famiglia, sia economiche che sociali, la difficoltà di integrazione per gli studenti stranieri, l’organizzazione scolastica spesso carente di spazi, servizi e di personale formato che possa adeguare il più possibile l’insegnamento alle caratteristiche e alle esigenze degli alunni, soprattutto quelli più vulnerabili. Il colpo di grazia è stato dato dalla DAD provocata dalla pandemia che ha inciso non solo in termini di isolamento e scarso coinvolgimento ma anche per le difficoltà tecniche di collegamento. Non si deve dimenticare che esiste anche il cosiddetto abbandono “implicito” che si verifica quando si concludono gli studi ma è come se non fosse così, poiché l’apprendimento è stato scarso.

Come contrastarla

Ecco perché sono importanti l’appropriatezza dei programmi scolastici e la preparazione degli insegnanti. Le famiglie, dal canto loro, devono sostenere emotivamente i figli e, a loro volta, devono essere aiutate se, per difficoltà economiche e/o personali, non sono in grado di gestire le difficoltà scolastiche dei figli che rischiano di sfociare nell’abbandono. Tutte le istituzioni pubbliche e non solo, devono impegnarsi per eliminare le cause dell’abbandono e della dispersione scolastica. Un esempio proveniente dal mondo del volontariato è fornito dall’organizzazione Save the children che, oltre a studiare il fenomeno, con il programma Volontari per l’educazione, da qualche anno aiuta scuole in cui la dispersione scolastica e il calo dell’apprendimento sono gravi.   Ovviamente, le azioni descritte hanno bisogno di stanziamenti di denaro. In proposito, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) prevede l’erogazione di risorse a favore della scuola per ovviare alle carenze di cui soffre. Esso si propone, tra gli altri, di diminuire il numero di alunni per classe, estendere il tempo pieno, mettere in sicurezza l’edilizia scolastica, potenziare le infrastrutture sportive, aumentare le dotazioni digitali, potenziare le competenze in materia scientifica, migliorare la formazione degli insegnanti.

Il contributo del PNRR

Il 5 gennaio 2023 sono state inviate ad oltre 3000 scuole le istruzioni per poter usufruire dei finanziamenti PNRR al fine di combattere la dispersione scolastica, come previsto dal DM 24 giugno 2022. Sono stati stanziati 500 milioni di Euro sul totale dei fondi previsti. Le scuole destinatarie dovranno, quindi, presentare progetti relativi ad attività di orientamento anche con il coinvolgimento delle famiglie, attività di potenziamento, motivazione, accompagnamento, di formazione e di laboratorio. La consapevolezza dell’importanza dello studio e della scuola, il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati e le risorse adeguate sono gli elementi necessari per realizzare l’obiettivo previsto di far scendere, entro il 2030, il tasso di abbandono scolastico al di sotto del 9%.

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