Pnrr: basta per far svoltare la didattica italiana?
Le linee guida del Ministero indicano che la stragrande maggioranza dei fondi riservati alle scuole dovranno essere spesi per il digitale: è la mossa giusta?
Sono uscite le linee guida del Ministero dell’Istruzione e del Merito su come utilizzare i fondi PNRR nelle scuole: almeno il 60% andrà investito per l'acquisto di dotazioni digitali, il 20% per gli arredi, il 10% per piccoli interventi e la stessa percentuale per spese tecnico-operative. Può essere la svolta per innovare la didattica italiana? Ne abbiamo parlato con il dirigente scolastico Paolo De Nardo del Liceo scientifico Copernico di Udine.
La scuola italiana ha bisogno di cambiamento. Come si potrebbe innovare la didattica?
È assolutamente necessario innovare la didattica ma non credo alla possibilità di prendere modelli che hanno funzionato da altre parti e copiarla in modo passivo. Bisogna partire dai bisogni. Nella mia esperienza vedo grandi fragilità emotive, nella capacità di gestire lo stress e lo studio. Per questo penso che una didattica innovativa non possa essere separata dalle vite dei ragazzi. Per citare Don Milani, non si può apprendere con il cuore spezzato. La didattica alternativa per come la intendo io, è chiamata a prendere in considerazione il ragazzo nella sua totalità.
Come si traduce nella pratica?
Per prima cosa la valutazione non deve essere centrata solo sulle prestazioni e sugli esiti. Deve essere centrata sul processo di apprendimento. Penso che si debba togliere al voto l’aspetto di giudizio. Il ragazzo che si vede giudicato con un 2 o un 3 non ha un’informazione sul suo percorso di apprendimento ma sulla sua persona nel complesso. Va superata questa modalità di valutare solo i contenuti e non le competenze.
Quindi non si parla di cambiare gli ambienti didattici?
Le due cose non devono essere slegate. Il cambiamento di spazi deve essere funzionale a una modalità diversa di relazione. Su questo mi sento di fare un appunto critico sulle linee guida estremamente rigide emanate dal Ministero sul Pnrr. Nella mia scuola ad esempio ci sono degli spazi che mi sarebbe piaciuto rendere friendly (con arredi, divanetti, connessione Internet, connessione biblioteca) per far sì che sia i docenti che gli studenti si potessero ritrovare in modalità libera. Ma non posso metterlo in pratica viste le direttive del Pnrr.
Rischia di essere un investimento che non rivoluziona la scuola?
Le linee guida non guidano ma impongono delle scelte. Quello che scelgo per la mia realtà non può non essere corrispondente all'esigenza di un'altra scuola in un'altra regione. Investimenti così rigidi rischiano di non portare un cambiamento profondo che poi era il vero scopo del Pnrr.