ANSA: Arrestato il rapper Welid Montana, capo di una baby gang di Arezzo
Il giovane rapper Welid Montana ritenuto dal gip pericoloso e sospettato di essere alla guida di una baby gang…
Redazione
“Welid Montana“, alias di Raky Walid, sarebbe stato arrestato dalla squadra mobile di Arezzo perchè il leader di una baby gang di Arezzo. Il gip ha ritenuto il giovane molto pericoloso, e sospettato di essere alla guida di una gang, oltre che l’autore di diverse rapine in strada ed estorsioni.
Le vittime sono soprattutto minorenni, giovanissimi ragazzi che venivano avvicinati con i più disparati pretesti e poi, sotto la minaccia di coltelli, bottiglie rotte o altre armi improprie, venivano rapinati del telefono o del portafogli.
La polizia riferisce che per tutti gli episodi contestati, la responsabilità sarebbe da addossare al 20enne rapper ‘Welid Montana’ vero e proprio leader della ”gang” in grado di orientare le condotte degli altri ragazzi.
In pieno stile ”drill”, Montana, si faceva fotografare con somme di denaro di dubbia provenienza e armi, per ripostarle ovviamente sui social. La descrizione sotto le foto 52100, il codice postale di Arezzo, secondo la polizia aveva il chiaro intento di sottolineare il carattere territoriale della gang .
Nonostante la notizia ripresa dall’Ansa ( con il chiaro intento di addossare le responsabilità al rap con il titolo allarmista ”Arrestato cantante rap Montana, capo baby gang rapine Arezzo”) bisognerebbe specificare che Welid è un ragazzo di una zona ”a rischio” dell’arezzano e come tanti altri ragazzi in Italia, provenienti da queste zone, è rimasto affascinato dalla cultura Hip – Hop e ha fatto un paio di canzoni Rap. L’Hip – Hop ha la forza di allontanare dal crimine i ragazzi, aiutandoli attraverso la narrazione ad entrare in contatto con le proprie emozioni e raccontarle. Il genere, di per sè, ha avuto effetti positivi sulla società per molte persone. Secondo il professor Morray Forman, professore di studi sui media alla Northeastern, il rap aiuta i giovani artisti a sfuggire alla depressione economica, oltre che psicologica, permettendo di condividere i pensieri di famiglie, amici e concittadini e portare le legittime istanze delle minoranze nei media mainstream.