L’evoluzione del rap in Italia: dalla Old School alla Trap
Articolo di Giuseppe Femia del Liceo Dante Alighieri di Roma
18.03.2021
Il genere musicale del rap, una delle quattro discipline dell’hip hop, è approdato nella nostra penisola circa dieci anni dopo la sua nascita negli Stati Uniti avvenuta a metà degli anni ’70. Si trattava di un discorso ritmato su basi musicali e perlopiù in rima che attingeva parecchio dal jazz afroamericano. Nel Belpaese, questo fenomeno affrontava tematiche abbastanza simili a quelle proposte dai primi rapper americani; infatti nel Bronx, o ad Harlem, artisti del calibro di Afrika Bambaata esprimevano con i loro testi il disagio dei ghetti di New York, e in Italia l’hip-hop si è sviluppato seguendo questi dettami ma declinati nella lotta politica all’interno del movimento dei centri sociali.
La Old School
I primi anni Novanta, definiti oggi “Old School”, vedono lo spiccare di artisti indipendenti e differenti l’uno dall’altro per sonorità e stile. Questa sostanziale svolta è stata possibile grazie alla nascita del ruolo dei producer e delle prime drum machine, strumenti elettronici che consentono le varie sonorità e le stabilizzano adattandole alla voce del rapper. È proprio in questo periodo che si affermano artisti considerati tuttora delle pietre miliari nella storia dell’hip-hop italiano; è il caso di Bassi Maestro, Neffa, Sangue Misto e degli Articolo 31 (gruppo composto da J-AX e Dj Jad) che nel 1993 con il loro album “Strade di città” raggiungono le 90000 copie vendute rendendo così questo nuovo genere sempre più noto nella nostra penisola.
Golden Age
Il periodo che segue viene chiamato “Golden Age” per via della sua abbondanza a livello di artisti e popolarità del sempre più consolidato rap italiano. È fondamentale in questo periodo l’apporto dato dalla scena bolognese, in particolare da Joe Cassano. I testi e la metrica di Joe, considerato l’importatore per eccellenza del rap americano, hanno influenzato per anni gran parte dei rapper tuttora in attività come Fabri Fibra e Inoki che hanno fatto dell’underground il cardine della loro musica. Agli inizi degli anni 2000 nascono le prime competizioni hip-hop e i primi freestyle, ovvero gare nelle quali i rapper si sfidano improvvisando un testo su una base musicale. In questi anni nascono inoltre altri numerosi gruppi appartenenti all’underground come i Cor Veleno, i Club Dogo e il Truceklan.
La svolta commerciale
Intorno al 2005 questi numerosi gruppi e artisti iniziano ad attirare maggiormente l’attenzione delle etichette discografiche; l’apice di questo fenomeno è rappresentato dal singlo di Fabri Fibra “Tutti tranne te” che apre le porte a una tendenza nettamente più commerciale. Si nota negli anni seguenti l’ascesa di alcuni “mostri” sotto il piano delle vendite come Salmo, Nitro e Noyz Narcos.
La trap
Da circa sei anni in Italia si sta diffondendo un genere sempre più noto e apprezzato soprattutto dalle nuove generazioni: la trap. Essa si differenzia dal rap per temi trattati, che sono decisamente più crudi e aggressivi, e delle sonorità più melodiche. I maggiori esponenti di questa nuova tendenza musicale sono senza dubbio Sfera Ebbasta, il gruppo Dark Polo Gang e quello degli FSK.