Le uscite della settimana
Articolo di Davide Buda
14.03.2020
Durante la prima settimana che ci vede tutti in quarantena certamente la musica non si è fermata ma ha sfornato dei lavori che tra alti e bassi meritano uno spazio di analisi e critica.
Nitro – GarbAge
Inizierei dal disco più discusso e più atteso tra quelli pubblicati: GarbAge.
GarbAge si presenta da subito come un prodotto molto complesso che contiene al suo interno sia brani molto interessanti, che brani mediocri che non rendono, probabilmente, quanto ci si immaginava. GarbAge si presenta a mio parere come una miscellanea di brani, un’accozzaglia di quelli che dovrebbero essere i migliori lavori realizzati in questi due anni da Nicola. Questa affermazione è giustificata dal continuo cambio di stile del progetto per quanto riguarda suoni e atmosfere. Ciò che, invece, è da premiare è il filo conduttore che lega i brani, un tema per nulla scontato nella sua trattazione. Sicuramente il disco è un disco di sfida, di rabbia e di sfogo e questo è reso bene dal susseguirsi di argomenti su cui Nitro si “accanisce”. Nulla può definire meglio il concetto se non la strofa della title track “Dove pure i sogni sono edulcorati/ Anche i nati rotondi saranno quadrati/ Tanto siamo già bombardati di dati/ Ciò nonostante disinformati”. Siamo nell’era della monnezza che a furia di muoversi smussa gli angoli della soggettività.
Concludiamo ricordando come l’album contenga al suo interno un buon numero di collaborazioni italiane (Fibra, tha Supreme, Gemitaiz, Dani Five, Lazza, Giaime) e non (Ocean Wisdom, Ward 2), dando il giusto spazio anche all’universo femminile con la rapper sarda Doll Kill e la cantautrice Joan Thiele.
Big Fish – Draft Vol. 1
Draft Vol.1 di Big Fish si pone, sicuramente, come progetto innovativo cui scopo è proporre nuovi artisti su cui puntare nel 2020. Un breve Ep di 4 tracce, veloce e indolore ci presenta 5 artisti: Neiam Ezza, Young Rame, Lil Busso, Vanilla e Ndg. Draft Vol.1 nonostante il tentativo personalmente non convince; non convincono le strumentali di Big Fish, misere che vengono salvate da capacità canore degli artisti che, in questo caso, offuscano il noto produttore. Vien difficile segnalare qualcosa di evidentemente avvincente di quest’album che, non colpisce. In poche parole un progetto che ci dimenticheremo presto.
Priestess – Randez-Vous
Tra tutti gli album pubblicati in settimana il migliore in assoluto risulta essere quello di Priestess. La rapper romana porta all’ascoltatore un progetto curato sotto ogni minimo aspetto: metrica, Flow, contenuti, voce e strumentali sono perfetti. Nulla è fuori posto. Un’atmosfera tanto sad quanto dolce avvolge e soddisfa l’ascoltatore.
Le produzioni affidate alle eccellenze della scena come Ombra, PK, Kang Brulèe e Polezsky esprimono al meglio il messaggio che Priestess cerca di trasmettere. Vocalmente affiancano la rapper Myss Keta, Elodie e Gemitaiz che non fanno altro che mettere in luce le sue doti.
Ogni brano merita ascolto, Lupin e Solo gli amanti sopravvivono all’amore sopra di tutti.
In conclusione ritengo sia necessario spezzare una lancia a favore dell’artista romana affermando che necessiti di più spazio nella scena per le spiccate capacità che mostra, anche in contrapposizione a sue colleghe.
Mostro – Sinceramente Mostro
Premesso che non adoro Mostro, ma ne apprezzo la penna, riconoscendone appunto le capacità liriche, ho ascoltato con le pinze questo album. Sinceramente Mostro è uscito a sorpresa e si presenta come un continuo crescendo. Il disco parte da Nuova Luce, brano che a parer mio è quasi evitabile; passa attraverso Britney nel 2007, che possiamo definire quasi un instant classic per coloro che hanno vissuto l’adolescenza in compagnia di Britney Spears rasata e ubriaca in TV un giorno sì e l’altro pure. Il pezzo vede la collaborazione di Gemitaiz che, abbandonati i suoni del momento si scaglia, con un serie di punch line, ad affermare “Noi siamo i cani sciolti, siamo i manigoldi/ Mi sentivo come Britney nel 2007/ Mi sono rasato e ho mandato a fanculo la gente, babe”. In pieno spirito rap, Gem riporta in alto la fotta e l’insaziabile senso di indipendenza da tutto e tutti, che manca da un pezzo alla scenama. La voglia di rivalsa continua ad esprimersi nel disco di Mostro che meglio che mai si dimostra un ottimo rapper in grado di passare dallo storytelling, all’invettiva al Boom Bap.
Il disco chiude con Fuck Life, brano che merita di essere messo in loop e che conferma le capacità di Mostro a livello di lirics. Mostro è il miglior prodotto rap per il grande pubblico, che a causa della presenza di altre figure in etichetta viene messo in disparte.