Musica

Eminem contro Rihanna ”una T**** va picchiata”

18 novembre 2019di Redazione
Articolo di Alessandra Testori
18.11.2019

 


Fan di @eminem , preparatevi, perché è iniziato un periodo in cui il vostro paladino verrà coperto di tutti gli insulti possibili e, soprattutto, con l’epiteto che oggi riscuote più successo, ossia “brutto maschilista!”.
Per farla breve, qualche tempo fa è comparsa su internet una versione alternativa di “Things Get Worse”, pezzo scritto durante la sessione di “Relapse” ma inserito in un progetto collettivo due anni dopo, in cui Slim Shady sostiene con convinzione @chrisbrownofficial , affermando che anche lui avrebbe “picchiato una troia” che se lo meritava. Naturalmente i media di tutto il mondo hanno gridato allo scandalo, “Eminem odia le donne!” – come se all’alba del 2020 di dieci dischi suoi non avessero mai letto il testo nemmeno di una canzone.

https://www.youtube.com/watch?v=XDbHzBjXCn4

Ma diciamo la verità, i problemi delle donne sono altri. In un contesto in cui guadagnano in media il 23% in meno degli uomini, non è di certo il rap a sconvolgere negativamente la situazione. Al contrario, Eminem mi sembra una delle poche certezze di trattamento equo: lui odia tutti. Donne, uomini, gay, cristiani, neri, nella sua discografia ha già compiuto il genocidio dell’intera razza umana, e sempre nei modi più macabri possibile.
Inoltre, il topos dell’ultraviolenza è sempre stato comune nel rap, compreso quello italiano, basti pensare al Fibra di Mr Simpatia. La violenza esagerata è un modello in cui sfogare tutti i sentimenti più oscuri e profondi e, forse, bisognerebbe riconoscerne una funzione catartica: i rapper che cantano di massacri ed eviscerazioni non sono tutti serial killer nella vita reale.
@rihanna_honey è lì in mezzo per puro caso e ciò non dovrebbe destare eccessiva preoccupazione: purtroppo, la vera violenza, lei, la conosce bene e sa che non è fatta di parole in rima. A onor del vero, Eminem ha detto tanto, ma non l’ha mai sfiorata; Brown probabilmente non si è scomodato a proferir parola prima di ammazzarla di botte.
(Alessandra Testori)

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