Scuola senza voti, l'esito positivo al Liceo Carducci di Milano
Eliminare la valutazione numerica consente di concentrare l'attenzione sulla prova svolta e sugli elementi da migliorare
A Milano non si ferma la sperimentazione della "scuola senza voti". Dopo l'occupazione nei mesi scorsi del Liceo civico Manzoni, causata dall'insoddisfazione degli studenti verso il sistema di valutazione nazionale per via delle numerose ansie che ha generato, al Liceo classico Carducci cinque classi hanno optato per la valutazione senza giudizi con i numeri. Tale scelta ha influito in meglio sui risultati delle prestazioni degli studenti e sul loro morale, dando quindi un esito positivo.
Niente voto, ma un feedback pratico e produttivo
Come riportato dal quotidiano la Repubblica, l'idea di servirsi della "didattica senza voti", già impiegata in alcuni istituti italiani, è venuta ai docenti Roberto Cipollone, professore di matematica e fisica, e Roberta Romussi, professoressa di latino e greco. "L'idea iniziale", dichiara Cipollone, "era di accompagnare il voto con un ampio giudizio, ma la presenza del numero distrae i ragazzi. Eliminandolo è possibile concentrare l'attenzione sulla prova svolta e sugli elementi da migliorare". Alla restituzione delle verifiche scritte o al termine delle interrogazioni gli studenti non ricevono quindi un voto numerico, ma una serie di indicazioni da parte del docente che mettono in evidenza i punti di forza e di debolezza dell'esame svolto, insieme a dei consigli utili per poter migliorare. Metodi di questo tipo servono a creare un sistema di classe più solidale e cooperativo, a ridurre le ansie degli studenti e a generare maggior fiducia nelle proprie capacità, specie per una generazione che porta ancora con sé gli strascichi di una pandemia. Come riportato da Orizzontescuola, i voti, però, non sono scomparsi del tutto. Come spiega Cipollone, i numeri tornano alla fine dell’anno, ma sempre accompagnati da una discussione con lo studente, in cui si riflette sull’intero percorso di apprendimento. L’idea di tale valutazione ha ottenuto l'approvazione del preside Andrea Di Mario, che si augura un'estensione dell’esperimento all’intero consiglio di classe.