Scuola senza voti: stop al Liceo Morgagni di Roma
Dopo appena un anno sfuma il sogno del professor Enzo Arte di una scuola libera dai voti
È ufficiale, la sezione G del Liceo Scientifico Morgagni di Roma dice addio alla sperimentazione senza voti. La decisione, ad un anno dall'inizio della sperimentazione, è stata presa dal collegio docenti con 37 voti a favore e 36 contrari, decretando così la fine di una scuola senza voti nel rinomato liceo di Roma.
Voto o non voto?
Quella della scuola senza voti è una realtà presente in almeno 30 istituti di diverse regioni in tutta Italia, un modello di scuola che preferisce i giudizi al posto dei voti e punta maggiormente sul lavoro di gruppo, e il Liceo Scientifico Morgagni rappresentava uno dei casi più noti e funzionali. L'iniziativa era partita dal professore di matematica e fisica Enzo Arte, creatore del modello in Italia e docente al Morgagni, che aveva deciso di provare diverse modalità d’insegnamento. Tale progetto ha poi riscontrato grande interesse da parte dell'Università La Sapienza, che ha istituito un apposito corso di Pedagogia sperimentale dedicato al fenomeno.
"Un po’ me l’aspettavo - racconta Arte al Corriere della Sera - perché in questi anni alcuni docenti avevano manifestato la loro contrarietà sostenendo che i voti sono utili. Ma penso anche che sia stato proprio il successo del progetto che ha dato fastidio. Si continuerà per le cinque classi che ci sono ora ma poi potrà proseguire solo su iniziativa dei singoli professori. A me dispiace soprattutto per il Morgagni che era diventato il capofila dell’innovazione e entrerà in una fase di stasi".
La scuola senza voti - spiega la dirigente scolastica Patrizia Chelini a il Fatto Quotidiano - potrà comunque proseguire e continuare ad essere insegnata, ma nessun alunno potrà più iscriversi nella sezione senza voti. "I docenti che intenderanno continuare a seguire il metodo continueranno a farlo perché la libertà di insegnamento è tutelata dalla Costituzione. Molti degli elementi cardine sono condivisi da docenti di altre sezioni che continueranno a usarli integrandoli con altre metodologie. La decisione emersa nell’ultimo collegio è il risultato di anni di riflessione, discussioni, confronto e dialogo; la semplificazione riduce la complessità a bianco-nero, buono-cattivo, come in ogni questione in cui le posizioni ideologiche prevalgono sulla volontà di approfondire e di capire; ridurre le varie posizioni emerse a ‘invidia’ di alcuni docenti è offensivo e ingiusto".
Sulla questione si sono espressi anche i genitori dei ragazzi, che hanno promesso di dare battaglia. "Il 7 novembre incontreremo la dirigente scolastica Patrizia Chelini e chiederemo che se ne riparli in Consiglio d’Istitutoì. Non abbiamo capito le motivazioni di questa decisione a parte il fatto che il successo dell’iniziativa ha irritato i docenti che non ne erano parte. Sono anni che c’è questo conflitto".