Booba dalla parte di Le Pen
Il Duca ha condiviso su X un vecchio video della deputata dell’Assemblea Nazionale
Recentemente Booba non riesce a non comparire in prima pagina. Ad una settimana esatta dall’uscita del suo nuovo album AD VITAM ÆTERNAM e pochi giorni dopo la firma con Sony per un contratto da 3 milioni, si ritrova nuovamente al centro dell’attenzione per un motivo molto più controverso: i suoi legami con l’estrema destra. Oggi pomeriggio infatti ha condiviso su X un vecchio video in cui Marine Le Pen critica il bilancio di Olivier Véran (Ministro della Salute durante la pandemia) e difende il professor Didier Raoult, icona no-vax.
In passato il Duca aveva già espresso rispetto e gratitudine nei confronti di Raoult che, per sua stessa opinione, aveva indirettamente difeso pubblicamente le convinzioni del rapper circa il vaccino, fatto che aveva reso Booba una protagonista inaspettato del movimento no-vax. Tornando a Le Pen, non è la prima volta che il rappeur condivide contenuti legati all’estrema destra – sia ideologicamente sia letteralmente, sui social. Ad esempio, nell’aprile 2022, durante le elezioni presidenziali, Booba aveva appoggiato con un post l’idea di Eric Zemmour, candidato di Reconquête, riguardo al presunto indottrinamento dei bambini sulla teoria di genere, pubblicando lo slogan “No all’indottrinamento dei nostri bambini” e complimentandosi con Zemmour.
Il Duca si era poi difeso in un’intervista con Le Chroniqueur Sale, affermando la sua opposizione alla destra ma sostenendo la necessità di separare il messaggio dal messaggero. Giustificazione debole, sempre che sia richiesta una giustificazione per il proprio credo politico, viste le sue foto in compagnia di Jean Messiha, altro membro dell’Assemblea Nazionale, e Vincent Bolloré, imprenditore notoriamente di destra.
E se ci fosse ancora bisogno di prove sulle idee politiche del Duca, questa spegnerà ogni dubbio: durante le rivolte dello scorso giugno legate alla morte di Nahel Merzouk, Booba aveva dichiarato ai giornali del gruppo Ebra che rimpiangeva che i giovani coinvolti non temessero la polizia perché “le condanne detentive sono troppo lievi e raramente applicate”. Élie, ti chiamo con il tuo nome, forse l’unico che non ha ancora capito da che parte sta Booba, sei solo tu.