Diddy formalmente indagato, un Gran Giurì deciderà se incriminarlo
Un Gran Giurì deciderà se le prove raccolte finora sono sufficienti a formulare delle accuse formali nei confronti del magnate
Dopo mesi di indagini, l’ombra di un processo a Diddy sembra finalmente cominciare a delinearsi all’orizzonte. Stamattina, infatti, un Gran Giurì dedicato al caso è stato costituito a New York: si tratta dell’assemblea di cittadini convocata per determinare se le prove presentate dei procuratori siano sufficienti per formalizzare un’accusa contro una persona sospettata di un crimine. Se il verdetto sarà positivo, Sean Combs verrà formalmente accusato.
I reati contestati non sono stati resi pubblici, ma si possono dedurre dalle denunce presentate in questi mesi nei suoi confronti: molestie, violenza fisica e sessuale, traffico di esseri umani e di sostanze stupefacenti, solo per citare alcuni capi d’accusa. Pare che l’irruzione dei federali nelle sue ville a marzo fosse parte dell’inchiesta del Dipartimento di Giustizia e che la Sicurezza Nazionale stia facendo tutto il possibile per assicurarsi di costruire un caso solido.
In questi mesi accanto alle denunce formali c’è sempre stato un elemento meno ufficiale che ha aleggiato intorno alla vicenda, ossia i rumors, le voci di corridoio. Prese un po’ qua un po’ là, talvolta ricondotte a vecchie interviste o a racconti di amici indefiniti, le speculazioni sui festini dionisiaci del magnate o sulle losche rotte dei suoi jet avevano iniziato a prendere una forma più precisa nella deposizione di Lil Rod e dopo il video di Cassie Ventura questi mormorii hanno cominciato a sembrare fondati.
Da ieri si è aggiunta una fonte, anzi, decine di fonti di sussurri: Rolling Stone infatti ha pubblicato un lungo approfondimento al caso Diddy, frutto di oltre sei mesi di indagini e più di cinquanta interviste alle sue vecchie conoscenze, dai dipendenti dell’etichetta discografica ai suoi ex amici. Ne risulta un quadretto decisamente inquietante di un uomo violento e spregiudicato, molto più vicino alle descrizioni delle denunce piuttosto che alla facciata di simpatico showman che ha sempre indossato. Se le prove presentate al Gran Giurì combaceranno con quanto riportato dal magazine, probabilmente i giurati non avranno dubbi sul verdetto.