Musica

Il Ministro della cultura dichiara guerra ai testi rap

12 luglio 2024di Redazione

Gennaro Sangiuliano ha annunciato l’intenzione di creare un tavolo permanente per controllare i testi delle canzoni rap e trap

Nonostante il mondo sia impegnato in due guerre, la salute dell’ambiente sia appesa a un filo e la corsa alla presidenza USA offra spettacoli terrificanti, sembra proprio che il problema sia la musica rap. Almeno per il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il quale si è espresso a riguardo davanti alla Commissione per l’Infanzia e l’adolescenza della Camera.

Il Ministro ha parlato della diffusione di rap e trap “soprattutto nelle periferie” e dell’influenza negativa che questa musica avrebbe sulla categoria simultaneamente più cara al governo (quando si tratta di proteggerla da minacce discutibili) e da esso più ignorata (se si parla di prospettive lavorative o diritto allo studio, ad esempio): i giovani.

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Sangiuliano ha così a cuore i giovani delle periferie che per proteggerli da un destino di disagio e criminalità ha pensato, in quanto Ministro della Cultura, di istituire un programma volto alla prevenzione dell’abbandono scolastico attraverso dei fondi…no, neanche lontanamente. Ha deciso di censurare i rapper.

“È necessario un tavolo permanente per favorire una presa di coscienza sui testi delle canzoni trap che inneggiano alla violenza”, ha dunque annunciato, aggiungendo che secondo uno studio non meglio definito più della metà dei testi conterrebbero contenuti violenti. Il compito di istituire il tavolo sarebbe stato assegnato al sottosegretario Gianmarco Mazzi di Fratelli d’Italia e si tratterebbe di un organo non governativo costituito dalle maggiori organizzazioni del settore.

“Se volessimo essere maliziosi, potremmo dire che il tempismo di #Sangiuliano è singolare” ha commentato Kento, rapper e scrittore più volte ospite di HotBlockRadio, “si interessa al rap e alla trap proprio nei giorni in cui, casualmente, alcuni famosi esponenti passano alla cronaca per guai giudiziari più o meno gravi. Non ci risulta che in passato sia stato così attento al fenomeno, e magari non lo sarà nemmeno in futuro, e quest’idea del fantomatico “tavolo permanente” resterà una boutade di mezza estate”.

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