The spirit is willing, but the flesh is weak di Jabee è un inno alla vita e un ritorno al vero rap
Jabee ci fa viaggiare nel tempo con il nuovo progetto The spirit is willing, but the flesh is weak
L’ultimo album di Jabee è già un emblema che ci riporta indietro nel tempo per poi trasportarci nuovamente al presente grazie alle meravigliose collaborazioni con Conductor Williams (produttore che si è contraddistinto per aver prodotto beat per artisti come Drake ed in particolar modo Westside Gunn); brani introspettivi, tecnica di scrittura, basi senza tempo ed una grande voglia di sbocciare sono le caratteristiche principali di questo progetto che anche all’ascolto di un orecchio non esperto ed anche se le tematiche trattate possono essere pesanti ed impegnative, risulta leggero ed estremamente gradevole.
Jabee si distacca nettamente dai veri trend della scena attuale riuscendo a portare al suo pubblico storie di vita e racconti di prospettive future riuscendo a mantenere un’aura positiva intorno a questi brani; non sono presenti banger o pezzi gangsta rap come siamo abituati a trovare nei vari album usciti negli ultimi anni ma, tutti i messaggi che l’artista voleva far trasparire, riescono ad arrivare dritti all’obiettivo; non ci sono hit, bensì tutto l’album possiamo considerarlo tale, barre e rime molto semplici ma che rendono l’idea del tipo di artista con cui abbiamo a che fare.
Anche se la sua discografia inizia nell’ormai lontano 2015 con “Shoulda Sold (Dope)” nella quale descrive un suo momento complicato, incastrato tra la voglia di fare musica e le sue difficoltà economiche che lo portarono sulla strada della droga, il rapper di Oklahoma non è mai riuscito a spiccare a livello di ascolti ma dopo anni di attesa questo album potrebbe essere un’ottima rampa di lancio per l’artista classe ’83.
La sua carriera è stata sempre caratterizzata non tanto da brani quanto più da veri e propri racconti, un progetto molto rappresentativo di questo rapper è “Black Future” la cui produzione e scrittura è avvenuta dopo una vicenda avvenuta proprio nel 2015, quando Jabee venne arrestato in un centro commerciale nello stato di Oklahoma da alcune guardie di sicurezza, le quali lo incolparono di aver indossato una felpa al fine di nascondere una videocamera nascosta, grazie a questa accusa passò la notte dietro le sbarre ma fu proprio questa vicenda a portarlo a scrivere album simili.
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Un’altra particolarità molto importante che contraddistingue questo artista è il suo ruolo di attivista a favore della protezione della comunità black americana; oltre ai suoi brani, tramite i quali riporta messaggi di speranza, Jabee si è reso protagonista di una vera e propria manifestazione capeggiata da lui stesso durante la quale ha protestato per l’innocenza di Julius Jones, condannato alla pena di morte per omicidio nel 2002 la quale venne tramutata in ergastolo dopo le numerosissime proteste avvenute nello stato americano.
Dai brani ai messaggi di fratellanza, passando per l’attivismo arrivando ai racconti di vita di strada non possiamo dire che questo artista non sia completo e pronto finalmente, dopo troppi anni di gavetta, a ricevere dei riconoscimenti adatti all’enorme lavoro che c’è dietro ad ogni singolo progetto, spero davvero che se ne inizi a parlare di più di Jabee perché merita un’attenzione particolare rispetto a molti altri.