Niente tacchino per Diddy, rimarrà in cella per il Ringraziamento
Il giudice ha rifiutato il quarto tentativo di Diddy di richiedere la cauzione
Niente festa del Ringraziamento quest’anno per Diddy. Ieri il magnate è comparso in un tribunale federale di New York per tentare per la quarta volta di ottenere la libertà su cauzione. Purtroppo per lui, nemmeno questa volta la promessa di libertà ridotte e 50 milioni di dollari ha convinto il giudice Arun Subramanian.
“Il tribunale ritiene che il governo abbia dimostrato con prove chiare e convincenti che nessuna condizione o combinazione di condizioni può ragionevolmente garantire la sicurezza della comunità”, si legge nella sentenza. Il giudice ha inoltre citato il rischio di corruzione dei testimoni da parte di Puff, portando le prove della sua violazione dei regolamenti carcerari, ossia l’uso di intermediari per contattare persone non incluse tra i suoi contatti autorizzati.
Diddy e il suo team legale le hanno tentate tutte per ottenere la cauzione prima del processo, fallendo miseramente ogni volta. La decisione arriva in un contesto di accuse incrociate tra difesa e accusa nei giorni precedenti l’udienza. La scorsa settimana, il governo ha accusato il magnate di utilizzare i suoi privilegi telefonici per contattare potenziali testimoni e di coinvolgere la sua famiglia in una campagna sui social media per influenzare i giurati. Qualche giorno dopo, i suoi legali hanno accusato la procura di aver mostrato al giudice una versione manipolata del video dell’aggressione a Cassie del 2016 per renderlo più incriminante.
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Diddy è accusato di aver aggredito, molestato o abusato donne e uomini, conducendo un gruppo criminale dedito al traffico di esseri umani, ma anche a lavoro forzato, rapimenti, incendi dolosi, corruzione, ostruzione alla giustizia e altri crimini. Rimarrà in custodia presso il Metropolitan Detention Center di Brooklyn fino al processo, che è stato fissato al 5 maggio 2025.