Codacons contro i rapper? Pronta la denuncia per i testi misogini a Sanremo
L’associazione di tutela dei consumatori ha citato il rapper Tony Effe come esempio negativo
Venerdì scorso il Codacons ha presentato una diffida contro RAI e Carlo Conti, minacciando di passare ad azioni legali vere e proprie nel caso sul palco di Sanremo 2025 si esibissero “artisti dai testi violenti”, in particolare sessisti o misogini. Un bel guaio per tutti i rapper e trapper in gara, considerando le tendenze che il genere musicale ha seguito negli ultimi anni.
Il rifermento ai rapper è molto più che una semplici allusione: il Codacons ha nominato esplicitamente Tony Effe nel testo della diffida, come esempio di artista da non invitare. “Nei prossimi giorni verrà reso noto il cast dei cantanti in gara al prossimo Festival”, si legge nel documento, “e già circolano nomi di papabili partecipanti, tra cui rapper come Tony Effe, che in passato si sono distinti per canzoni dai testi fortemente sessisti e per frasi che denigrano e offendono le donne e incitano i giovani alla violenza”. Il Codacons “è pronto a presentare una denuncia in Procura per la possibile fattispecie di induzione alla violenza sulle donne, e chiederà l’allontanamento dei cantanti dalla città ligure in analogia a quanto previsto dall’art 282 bis del Codice di procedura penale”.
Quanto modificherà la scaletta di Sanremo questo provvedimento, ancora non si può sapere, dal momento che gli artisti verranno annunciati questa domenica. Tra le ipotesi che circolano sul web, comunque, era spuntato anche il nome proprio di Tony Effe, anche se il rap non si prospetta particolarmente rappresentato quest’anno. Tra tutti i partecipanti di Sanremo Giovani finora ancora in gara, infatti, solo due sono rapper: il napoletano Bosnia e l’italomarocchina Grelmas -e non è detto che non vengano eliminati.
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Ma la domanda che viene da porsi è: il Codacons ce l’ha con i rapper? Be’, senza dubbio ce l’ha con Tony Effe, dato che l’ha nominato nella diffida, e con tutti quelli che scrivono testi simili ai suoi. E ne ha ben donde, considerando tutti i riferimenti disgustosamente sessisti di certi testi rap e trap. Tuttavia ci sono due aspetti da considerare: intanto essere rapper non implica automaticamente essere misogino o scrivere canzoni violente o contro le donne; e poi non soltanto il rap deve essere messo sotto la lente d’ingrandimento del Codacons, dal momento che molto cantautorato non è assolutamente scevro da testi deplorevoli.