“La vita cambia quando trovi uno scopo”: le parole di Baby Gang ai ragazzi di Pesaro
Per Baby Gang e Don Claudio Burgio “Non esistono ragazzi cattivi”
Baby Gang esempio da seguire? Può sembrare un paradosso, e invece le scuole superiori di Pesaro, rappresentate soprattutto dal Liceo Marconi e riunite dalla RETE #RESPONSABILITÀ, potrebbero aver vinto la scommessa. Il discorso che ieri il trapper ha offerto ai circa seicento studenti del capoluogo marchigiano non ha niente da invidiare a quelli di personalità dall’immagine più pulita.
Al contrario, il fatto che Baby Gang abbia ammesso in prima persona di aver commesso molti errori potrebbe averlo avvicinato ai ragazzi, di solito abituati a irraggiungibili modelli che si presentano come immacolati. “Ho passato più tempo in prigione nella mia vita che fuori”, ha detto senza mezzi termini il rapper, “Ma la vita cambia quando trovi il tuo scopo”.
Il suo è senza dubbio la musica, ma ci è voluto del tempo per capirlo: “Ogni cosa era per me una sfida, una sfida verso il mondo degli adulti. Don Claudio invece mi ha dato la possibilità di capire cosa volevo fare e di farlo: la musica. Mi ha appoggiato”. Grazie alla sensibilità di Don Burgio, che con l’occasione ha presentato il suo libro Non esistono ragazzi cattivi. Esperienze educative di un prete al Beccaria di Milano, Baby Gang ha scoperto il dialogo e l’importanza di avere un obiettivo: “La musica mi ha fatto capire che ho una voce, e questa voce la voglio usare”.
La sua intenzione è quella di usare la sua “voce” per aiutare gli altri, “voglio aiutare i ragazzi che come me hanno affrontato un percorso difficile, anche quando sembra che il mondo ti stia cadendo addosso”, ha dichiarato, ricordando la mancanza di modelli nella sua infanzia e le numerose difficoltà affrontate fin da piccolo.
Baby Gang ha anche ricordato alcuni dei momenti più bui della sua vita, dall’esperienza in strada a 12 anni al tempo passato in cella, ribadendo la sua opinione sul sistema detentivo italiano: “Mi hanno messo in delle celle e mi hanno detto che dovevo stare lì, 24 ore su 24, senza sapere quando sarei potuto uscire”.
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Un buon proposito, quello di aiutare i giovani in difficoltà, che col tempo potrebbe anche convincere Baby Gang a trasformarsi in un modello per gli altri. Per adesso, anche lui ha ancora da imparare: parlando del tour europeo concluso da poco ha ammesso che “non è facile fidarsi”, ma avendo annunciato quello dei palazzetti italiani sarà costretto a farlo, almeno con i membri del suo team. Quando Zaccaria era piccolo “non c’era nessuno che mi diceva cosa era giusto e cosa sbagliato”: in futuro potrebbe essere lui a indicare la direzione giusta ad altri giovani disorientati.