Ye sarebbe pronto a lanciare la sua criptovaluta per gli acquisti sul sito di Yeezy

Chissà perché dove ci sono i complottisti alla fine soltanto sempre fuori anche le cripto. Come durante la pandemia si erano riscoperti tutti fornai, oggi chiunque (o quasi) parla di criptovalute, token, NFT e compagnia cantante come se fossero le figurine dei calciatori. E anche Ye si è messo in testa di lanciare il suo token, YZY.

Dietro la mossa c’è un piano chiaro: creare una valuta ufficiale per Yeezy, che possa essere usata per gli acquisti sul suo sito web e, allo stesso tempo, garantirgli un controllo finanziario diretto senza dipendere da banche e piattaforme centralizzate (come Shopify). Ma guardando i numeri, sembra più un affare per lui che per i suoi fan: il 70% del totale dei token sarà nelle mani di Kanye, lasciando solo il 10% alla liquidità di mercato e il 20% agli investitori. In parole povere, Ye si tiene il grosso della torta, mentre i suoi seguaci si dividono le briciole.

Negli ultimi anni, Ye ha perso tutto o quasi. Dopo le sue dichiarazioni antisemite, Adidas, Balenciaga e la sua stessa agenzia di talenti gli hanno voltato le spalle. La cosa è proseguita anche quest’anno, quando ha definito se stesso un “nazista” e ha provato a vendere magliette con una svastica sul sito di Yeezy. Shopify non ci ha pensato due volte e ha chiuso il suo store online, mettendolo con le spalle al muro.

Ma Kanye non si è arreso e ha deciso di giocare la carta delle criptovalute, sfruttando il loro principio di decentralizzazione per bypassare le censure delle grandi aziende. E così nasce YZY, un progetto di cui CoinDesk è venuta a conoscenza tramite un’e-mail inviata da Hussein Lalani, sedicente CFO di Yeezy. Dopo aver diffuso i dettagli sul token senza essere stato richiesto, lo stesso Lalani ha poi implorato la testata di non pubblicare nulla, tentando di imporre un embargo che ovviamente è stato ignorato.

Il lancio era previsto per giovedì alle 18:00, ma è stato rimandato a venerdì, segno che forse qualcosa ancora non torna nei piani di Ye. Secondo una fonte anonima, alcuni membri del team non vogliono essere associati pubblicamente al progetto, il che già la dice lunga su quanto sia rischioso.

A quanto pare, Ye non sta inventando nulla di nuovo. Il suo token segue lo stesso schema della cripto di Donald Trump, TRUMP, lanciata due giorni prima del suo secondo insediamento e detenuta per l’80% da CIC Digital, un’entità legata all’ex presidente USA.

Kanye voleva esattamente la stessa quota dell’80%, ma dopo alcune trattative è stato convinto ad abbassarla al 70%. Il punto è che, se YZY dovesse raggiungere anche solo una frazione del successo di TRUMP, Ye potrebbe incassare milioni senza muovere un dito, mentre i piccoli investitori rischiano di rimanere con un pugno di mosche.

E se l’ispirazione viene da Trump, la preoccupazione arriva dall’Argentina. Solo questa settimana, il presidente Javier Milei è stato travolto dalle polemiche per la sua cripto LIBRA, rivelatasi un colossale “pump-and-dump”che ha scatenato richieste di impeachment. I paralleli con YZY sono evidenti, e sembra che lo stesso team di Kanye si stia chiedendo se non sia il caso di prendere le distanze dal caos generato da Milei prima di lanciare il token.

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Il mercato cripto è pieno di monete sponsorizzate dalle celebrità, molte delle quali si sono rivelate truffe mascherate da hype. Token che vedono un’impennata iniziale grazie al nome dietro il progetto, solo per crollare poco dopo lasciando gli investitori al dettaglio a bocca asciutta.

E se c’è una cosa che non convince di YZY, è proprio la distribuzione dei token: Kanye avrà in mano il 70%, e anche se alcune quote saranno “bloccate” per 12 mesi, è chiaro che i guadagni veri andranno a lui, mentre i fan si prenderanno il rischio. Forse Ye è davvero un genio, come ama definirsi, ma della truffa.