Ambiente

Eden project, un viaggio innovativo nel cuore verde del pianeta

C’è un luogo in Cornovaglia dove è possibile perdersi e ritrovarsi dall’altra parte del mondo, magari in una foresta pluviale, in un boschetto mediterraneo o in un giardino giapponese: l’Eden Project

05 marzo 2025di Gaia Canestri

A pochi chilometri di macchina dalle cittadine di St. Blazey e St. Austell qualche decennio fa c'era una cava di Caolinite esausta, oggi al suo posto si erge l'Eden Project: non solo un giardino botanico, ma una vera e propria opportunità di fare il giro del mondo in poche ore tra diversi ecosistemi e biomi.

La storia 

L'intuizione è venuta a Tim Smith, oggi potremmo definirlo un uomo d'affari, ma è stato anche un archeologo e creatore dei Giardini perduti di Heligan, oltre che dell'Eden Project. Tutto inizia con una visita in Cornovaglia in cui Tim si imbatte nella cava esausta di Caolinite, e lì tra i resti di una Natura esasperata dal lavoro dell'uomo e ormai privata di tutte le sue preziosità gli viene l'idea: "Mostrare a tutti la bellezza della natura che rinasce dal degrado". Così si rivolge all’architetto londinese Nicolas Grimshaw per dare forma alla sua visione. L'Eden project nasce come l'idea semplice e genuina di un bambino: una serie di bolle di sapone che si sono posate al terreno. I lavori procedono veloci e dopo soli due anni e mezzo di lavori il 17 marzo 2001 il giardino viene aperto al pubblico.

Viaggiare nel mondo attraversando una porta

Varcata la soglia di ingresso appaiono davanti a voi due grandi strutture, il bioma tropicale e il bioma mediterraneo, poco più piccolo. Tutto intorno alle bolle che compongono i due biomi si estende un immenso giardino di 13 ettari ricoperto di circa  2000 tipi di differenti di piante e opere artistiche; infine è possibile visitare The Core, ovvero uno spazio didattico dedicato all'educazione ambientale, e un Teatro adibito ad esibizioni e attività varie.

Quando si dice che l'Eden project vi permette di arrivare dall'altra parte del mondo solo attraversando una porta non si scherza, i biomi infatti sono studiati per riprodurre fedelmente non solo ciò che vedreste visitando una foresta o un giardino di un Paese lontano, come il Sud America ad esempio, ma anche ciò che sentireste sulla vostra pelle grazie a un sistema che ne riproduce anche il clima.

Cosi nel "Bioma Tropicale", è mantenuta una temperatura tra 18 e 35 gradi centigradi con umidità superiore al 90%; al suo interno 1129 tipi di piante dai luoghi tropicali del pianeta come piante carnivore, felci, palme, eucalipti, monasteri, cacao, caffè e molto altro. Nel "Bioma Mediterraneo" invece la temperatura varia dai 9 ai 25 gradi centigradi a seconda della stagione e ospita al suo interno 1015 tipi di piante, molte conosciute e diffuse nel nostro Paese.

La struttura 

L'innovazione non è solo l'idea del progetto in sé, ma è anche la sua realizzazione. La struttura delle bolle infatti è composta da una serie di tubi in acciaio a forma esagonale come a ricordare un alveare ed integralmente ricoperte da ETFE, o etilene tetrafluoroetilene, un polimero. Si tratta di un materiale plastico trasparente, un'alternativa al vetro che in questo caso si è rivelata ottima: è autopulente, resistente al,a corrosione, più leggero e resistente del vetro, ma anche più economico e in questo caso decisamente sostenibile. Basti pensare al fatto che i pavimenti sono ottenuti dal riciclo del lino e del mais mentre il rivestimento dal riciclo delle bottiglie di Heineken.

Ho creato le biosfere più grandi del mondo per testimoniare la bellezza della natura e proteggere la biodiversità del nostro Pianeta, ma soprattutto per dimostrare che nulla è impossibile” Afferma Tim Smith e la bellezza di questo luogo, la sua importanza, è tutta racchiusa in questa dichiarazione: per generare consapevolezza, cosa c'è di più importante che mostrare alle persone  ciò che non conoscono? 

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