Scuola

Se la scuola va in ospedale

Il racconto del liceo Vittoria Colonna di Roma

07 aprile 2025di Alessandra Testori

Per chiunque vada o sia andato a scuola è facile immaginare una lezione; ma come si fa lezione in ospedale? La scuola in ospedale è uno dei punti di eccellenza del sistema nazionale di istruzione e il servizio è attivo su tutto il territorio nazionale. Nel 2022/2023 ne hanno usufruito 59.226 studenti, prevalentemente della Scuola dell’infanzia e primaria (circa il 70%) e 5.270 della Scuola secondaria di II grado, con l’ausilio di 955 docenti. Tra le scuole in ospedale, a Roma c’è anche il Liceo Vittoria Colonna, che segue gli studenti ricoverati all’Ospedale Bambin Gesù di Palidoro e al Centro di Cure Palliative e Pediatriche di Passoscuro dove è presente una sezione che aiuta i ragazzi a mantenere il passo e a distrarsi dai motivi per i quali sono lì.

Come ci spiega la Professoressa Eleonora Ancillotti Perilli, a seconda del singolo studente e della sua condizione, la lezione può svolgersi dal letto o all’esterno: in entrambi gli istituti, sono presenti delle Oasi WWF per fare lezione all’aria aperta, ma all’interno sono state attrezzate anche stanze adibite a classi vere e proprie. La modalità di questo tipo di insegnamento è sempre 1:1, progettata su misura per lo studente, e dura solo 30 minuti perché non si stanchi.

Se non altro, sono sempre lezioni molto efficaci, coinvolgenti e multimediali, sia per la natura individuale, sia perché è importante che lo studente associ la lezione ad emozioni positive per mantenerla viva nella memoria. I docenti ospe- dalieri infatti sanno bene che l’apprendimento è mediato dall’emozione e il momento che stanno passando gli studenti non è certo caratterizzato da emozioni positive.

“Nonostante l’intensità del carico fisico ed emotivo di questo lavoro” racconta la professoressa del Vittoria Colonna “considero un privilegio essere docente ospedaliera per il rapporto speciale che si può creare con gli studenti, sorgente profonda della forza necessaria a proseguire e generatore di momenti speciali. Un episodio che ricordo con dolcezza? Un Natale in cui, per alleviare le mie studentesse dalla malinconia legata al periodo festivo, sono andata trovarle e ci siamo scambiate i regali in una stanza da cui si vedeva il mare. Lì abbiamo visto insieme il sole tramontare in acqua e tutte, per un attimo, sono riuscite a dimenticarsi della propria situazione e a essere semplicemente felici”.

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