Musica

Siamo tutti pazzi o poeti?

5 ragazzi di Napoli alla conquista dell'Italia

26 settembre 2011di Chiara Cacciotti

Da Napoli cinque ragazzi universitari con energia da vendere: parliamo delle Strisce, che pubblicano con Emi il loro secondo album Pazzi e poeti. Il disco affronta il tema della precarietà dei nostri tempi a cui è necessario rispondere con caparbietà; il tutto condito da uno squisito sound rock. Abbiamo chiesto a Davide, cantante del gruppo, chi sono i pazzi e i poeti: «Il pazzi è riferito alla decisione di fare il musicista in questo periodo storico dell’Italia. Lo sconsiglio a tutti: non lo fate! Io sono pazzo per cui ci provo, poi mi va male, ma sono felice comunque di farlo, però devi essere pazzo. Poeti perché, se devi fare una pazzia del genere, falla almeno con poesia, puntando a scrivere grandi canzoni che ti possano far ricordare per sempre e non i prodotti usa e getta per prendersi un’apparizione televisiva o un passaggio in radio. Impara a fare le cose in grande, altrimenti non ce la farai».
La loro canzone Vieni a vivere a Napoli ha partecipato alle selezioni per Sanremo, ma è stata esclusa nella fase finale. Davide, com’è oggi vivere a Napoli? «Napoli è una carta fondamentale di tutto quello che facciamo, soprattutto per me: se non fossi napoletano, probabilmente non sarei così felice e testardo nel fare quello che faccio, perché comunque credo che in questa città ci siano meno opportunità rispetto a Roma, Milano, e tante altre non del Sud. Quindi, quando hai meno chances, necessariamente ti dai più da fare, hai più rabbia e più creatività. Nei giovani napoletani c’è tanta voglia di fare, in tutti i settori, non solo nella musica. C’è questa voglia di riscatto, noi siamo una generazione che ha ereditato la mala gestione di quelle passate, per cui i giovani di oggi hanno davvero fame di realizzarsi».

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