Musica

The story of my future

Nove milioni di dischi in due anni, oltre 400 milioni di visualizzazioni su You Tube: Derulo è una delle scoperte più sensazionali degli ultimi anni

17 ottobre 2011di Matteo Franzese

Jason Derulo è un artista di fama internazionale. Ha venduto quasi nove milioni di dischi in due anni, ha collaborato con i migliori artisti della scena mainstream statunitense, è ballerino e attore nei suoi videoclip e scrive personalmente le canzoni che poi canta.
Per intervistare un personaggio simile, penso, bisogna prepararsi benissimo.
“Lui i giornalisti se li mangerà a colazione”, asserisco tra me e me figurandomi l’incontro con la “classica” pop star mondiale, con occhiali da sole sempre addosso e un po’ troppo piena di sé. E invece… Jason mi ha stupito, è stata sorprendente l’umiltà con cui ha affrontato l’intervista, è stato (quasi) come parlare con un amico.
Jason, cominciamo dal titolo: qual è il significato del titolo Future History?
«È un titolo che parla di me stesso, parla della mia vita passata, presente e futura.
Con questo nome ho voluto sottolineare da dove vengo e dove andrò. Durante la creazione di questo album sono maturato molto artisticamente parlando».
Pensi dunque che i tuoi ascoltatori conosceranno un “nuovo Jason” ascoltando Future History?
«Sicuramente. In questi due anni sono cresciuto molto e ho vissuto un sacco di esperienze che mi hanno cambiato sia come artista, sia come uomo, per questo considero il mio ultimo album come un nuovo inizio».
A proposito di canzoni, è vero che ne hai scritte più di 150 per il nuovo album?
«Certamente, ma sono abituato a scrivere molto, perché ho iniziato a farlo a 16 anni come ghostwriter per artisti affermati».
È stato difficile scegliere tra tante canzoni?
«Sì, scegliere le canzoni da includere in un album è come riempire un puzzle perfetto, a volte si rischia di fare degli errori».
C’è una canzone che preferisci ad altre nel tuo nuovo album?
«È molto difficile dirlo. Sono tutte canzoni che hanno una grande importanza affettiva per me, poiché ognuna parla della mia vita… No, non credo di poter scegliere una canzone che preferisco alle altre».
Sei un artista internazionale: i tuoi singoli hanno venduto quasi nove milioni di copie, il tuo canale YouTube è stato visitato più di 400 milioni di volte, hai collaborato con i migliori artisti della scena pop ed r’n’b. Senti di dover dimostrare qualcosa con questo nuovo album?
«Io scrivo musica soprattutto perché adoro farlo, amo la musica e do tutto me stesso per fare felici i miei fan. Dunque, posso dire di non dover dimostrare nulla a nessuno, di non sentire una pressione particolare. Non ho l’ossessione di scalare le classifiche con il mio album, insomma».
Qual è, dunque, il tuo obiettivo quando scrivi canzoni?
«Come ho detto sono molto maturato. Non nego che all’inizio scrivere canzoni mi servisse anche a guadagnare soldi, ma ora provo letteralmente a cambiare il mondo attraverso la mia musica. Insomma, la musica ti può cambiare la giornata, può farti diventare felice se sei triste, ti accompagna sempre durante la vita. È incredibile!».
Il tuo artista preferito?
«Michael Jackson!».
Credi che in qualche modo Michael Jackson abbia influenzato la creazione del tuo nuovo album?
«Michael ha cambiato la storia dell’intera musica negli ultimi anni. Credo abbia influenzato positivamente tutti i generi: pop, rock, rap e r’n’b. Io mi ispiro a lui e credo che sì, sicuramente sia stato un modello per la mia intera produzione».
Cosa pensi del download illegale di musica?
«Di certo non è una cosa che approvo, ma forse il problema non sta solo nel download: la musica ha bisogno di trovare nuove vie per proporsi, anche tenendo bene presente l’utilizzo delle nuove tecnologie».
…come Facebook?
«Sicuramente, Facebook ha cambiato il modo di vivere di tutto il mondo. Pensandoci, ora la gente si comporta in modo molto diverso rispetto a dieci anni fa, quando i social network nemmeno esistevano. Apprezzo molto Facebook, aiuta a tenermi in contatto personalmente con i miei numerosi fan attraverso la mia pagina ufficiale, cosa che altrimenti non potrei fare».
Consideri dunque “vecchia” l’industria discografica? Credi che i concerti non si faranno più in futuro?
«Assolutamente no! I concerti sono importanti quanto la musica stessa, io adoro il contatto che si crea con il mio pubblico. Ho avuto anche la fortuna di aprire i concerti di artisti come Lady Gaga. Sono state esperienze che mi hanno cambiato e che mi hanno preparato al mio tour personale».
Parliamo ora di futuro, cosa ti piacerebbe fare?
«Sarebbe magnifico diventare dj! Scherzi a parte, non so cosa mi riserverà il futuro, ma so per certo che non seguirò mai lo stesso percorso, cercherò continuamente di cambiare, di migliorarmi e di sperimentare nuovi modi di fare musica».
Dj? Adori fare festa?
«Certo che sì! Sto già preparando una mega festa per il mio compleanno. In quel periodo mi troverò a Londra e voglio che sia un grande party, perché l’ultimo compleanno l’ho festeggiato da solo a casa mia».
Come ti capisco: festeggiare da soli è noioso, anche se ti chiami Jason Derulo!
(A cura di Elena Prati)

ARTICOLI CORRELATI
Tutti gli articoli di MUSICA