Musica

Dio è donna. Parola di Venditti

Il cantautore romano fra amore, fede, musica e società

20 dicembre 2011di Matteo Franzese

Antonello Venditti è un mostro sacro dell’industria discografica italiana, e l’uscita di un suo nuovo album è sempre un evento molto discusso e pubblicizzato, che di sicuro non lascia mai indifferente l’intera macchina dello showbiz nostrano.
In occasione della presentazione del suo ultimo disco, UNICA, in vendita dal 29 novembre, Venditti ci introduce alla sua personale concezione di molte tematiche attuali, imprescindibili per un artista sempre attivo pubblicamente.
Sguardo fiero e deciso, il cantautore romano è ben convinto di ciò che dice e lo dimostra toccando anche punti sensibili come la crisi economica o la recente caduta del governo, dimostrando di avere le idee molto chiare sul mondo che lo circonda.
Parlando della sua ultima fatica, Venditti ci svela innanzitutto il suo profondo rapporto con ognuna delle nove tracce, che ha definito nell’insieme un atteggiamento, addirittura una sintesi della sua stessa vita. Ogni traccia ci mostra un piccolo mondo che parla incisivamente di amore, fede e libertà, concetti chiave dell’intera opera.
Proprio di libertà parla il brano di apertura “E allora canta”, nato il 23 dicembre 2010 sull’onda della protesta degli studenti di Architettura della Sapienza di Roma a Piazza Fontanella Borghese, dove il cantautore è stato coinvolto in prima persona, tanto da spingerlo a dedicare un inno ai ragazzi che egli stesso ha definito “l’eccellenza dell’Italia”.
A proposito di libertà, Venditti inizia a parlare spontaneamente di un argomento che si può senza dubbio considerare una delle colonne portanti della sua intera discografia: il rapporto con le donne.
Il cantautore, che ha saputo donarci negli anni figure femminili radicate ormai nell’immaginario collettivo, (come dimenticare: “Sara! Svegliati, è primavera”?) ci spiega quanto secondo lui il mondo odierno sia nemico del gentil sesso, e auspica un futuro in cui le donne potranno avere un maggiore potere sociale e politico. Venditti rivela inoltre di nutrire speranza in un dio di sesso femminile. Il rapporto tra le donne e la fede è sicuramente argomento trionfante nel settimo brano del disco, “Cecilia”, una personalissima ode del cantautore a Santa Cecilia, una donna forte che ha saputo dire di no anche davanti alla morte, grazie alla forza dell’amore.
Amore che si ripropone in un certo modo nel brano conclusivo dell’opera, “Silvio (la ragazza del lunedì)”, nel quale Silvio (Berlusconi) tradisce dopo un interminabile fidanzamento la “ragazza del lunedì”, che è poi la metafora dell’Italia stessa. Sconvolta ed abbandonata, la ragazza si chiede in modo emblematico cosa le riserverà il futuro.
In questo disco si esplicita quindi ancora di più la critica alla società odierna, devastata dalla dittatura della tv spazzatura, votata solamente al dio denaro, capace anche di sacrificare la divina musica sull’altare dello share (ogni riferimento ai talent show è puramente casuale…?).
In questo quadro di pura illusione si inserisce “Oltre il confine”, canzone dedicata agli immigrati che arrivano in Italia immaginandola come ad un paradiso, ma che purtroppo devono scontrarsi con la realtà di un paese allo sbando, orfano di qualsivoglia valore e moralità. La situazione è critica: con una battuta sarcastica Venditti risponde a Berlusconi, dicendo che gli unici ristoranti affollati in Italia siano le mense della Caritas.
E forse a salvare il nostro mondo sarà la musica, un “gesto di amicizia” fatto insieme agli amici di sempre e non solo, come la definisce lo stesso cantautore. Venditti ci rivela infatti una particolare attenzione per i gruppi emergenti della scena italiana: due giovani polistrumentisti siciliani hanno partecipato alle session di registrazione dell’album.
Insomma, UNICA è un disco pieno di importanti spunti che farà sicuramente parlare di sé, tanto è il carico emotivo che sa regalare ogni brano.

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