Musica

Il mio periodo blu

Conduttrice radiofonica, autrice di format, cantante per scelta: ecco la storia della vulcanica Ketty Passa, al suo esordio discografico

16 aprile 2013di Rebecca Boschello

Non possiamo non chiederti da dove deriva il tuo nome...
All?anagrafe mi chiamo Concetta, che richiama le mie origini siciliane, da cui nasce il diminutivo di Ketty. Il mio cognome è Passaretta: dimezzando il nome si è dimezzato anche il cognome! Quindi ora sono Ketty Passa.

Il titolo del singolo è Canta Ketty Passa: cosa passa cantando?
Il mondo di una ragazza che ha appena compiuto 25 anni, debole davanti alla fine del primo amore e per una serie di situazioni che l?hanno resa sensibile e vulnerabile. Questo mi ha permesso di scrivere di ?stomaco?, col cuore. Diciamo che è il mio punto di partenza.

Da quanto canti?
Penso di poter dire da sempre: ho studiato musica da piccolissima partendo da un pianoforte. A 17 anni facevo parte di una cover band, e nel 2005-2006 ho iniziato realmente a lavorare come cantante.

Come nascono le tue canzoni?
Cerco dei mondi musicali che si assomigliano, vari sound che si adattano al testo: jazz, swing, tango.

Hai lavorato con Roy Paci: è per te un punto di riferimento?
Sì, per la sua grande versatilità artistica a cui mi ispiro. Ma il mio guru assoluto è Mike Patton: ha una grande capacità di comunicare, dote a cui mi ispiro fortemente.

Hai uno stile ben riconoscibile, come lo hai personalizzato?
Non mi rifaccio ad un metodo di canto. La mia voce parte dalla pancia e la sento girare dentro di me, è il suono di quello che ho nel cuore.

Tu sei anche autrice di format e conduttrice radiofonica: sei poliedrica!
Fin da piccola io mi alimento e ho bisogno del mondo. La radio e la comunicazione in generale lo raccontano. Uscita dalle superiori, non avendo chiaro cosa fare del mio futuro, mi sono laureata in sociologia proprio per capire le relazioni tra gli esseri umani. In questo modo ho studiato anche me e ho scelto un laboratorio di linguaggio radiofonico. Ho creato il format ?Bevimi?, in cui si descrive la Milano ?alcolica?, ma è nato tutto da un?idea casuale, che si è rivelata perfetta per comunicare con le mie idee. Mi reputo una visionaria proprio perché riesco a dar vita alle mie idee.

Parlaci dell?esperienza di Rezophonic...
È un progetto bellissimo creato da Mario Riso che permette di costruire pozzi d'acqua in Africa. Vengono messi insieme artisti importanti ed emergenti. In particolare, io ho avuto la fortuna di avere la prima recensione del mio disco da Caparezza che mi ha incoraggiata.

Prima di salutarci non possiamo non parlare del tuo look!
Esprime il mio modo di essere e il periodo storico. Sono come Picasso: ora ho il periodo blu. Quando invece ho fatto la cover del disco ero molto più pin up e molto meno tatuata. Attualmente ho due braccia che sono piene di immagini che si legano a ricordi, come quello di mia nonna.

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