Musica

Il Sassuolo salentino

Terzo classificato al Festival, Renzo Rubino convince critica e pubblico e si prepara al tour “tra e per le persone”

14 marzo 2014di Giulio Pasqui
Prima di partecipare a Sanremo avevi dichiarato: “Mi sento come il Sassuolo in Serie A”. Il Sassuolo ha rischiato di vincere il campionato (terzo classificato) ed ha vinto la “Coppa Italia dei miglior arrangiamenti”. Bel risultato, no? (ride, ndr) È andata bene, ho condiviso il podio con due grandi artisti (Arisa e Raphael Gualazzi) ed è stato un grande privilegio. Mi sono sentito un outsider, non avevo nulla da perdere e ho cercato di fare al meglio quello che mi piace di più. Io non vendo 100mila copie, ma vado a letto felice perché non ho mai tradito la mia sincerità e la mia musica.
La prima sera ti sei commosso… È stata una reazione spontanea. L’emozione è arrivata insieme all’applauso e al calore del pubblico e mi sono “svuotato”. Ho provato a controllarmi, mi sono ripetuto più volte: “Renzo, non farlo”, ma alla fine è andata così!
A Sanremo nella serata dedicata al “club Tenco” hai presentato un pezzo di Giorgio Gaber. Cosa ti lega a questo artista? Mia mamma metteva i suoi dischi la domenica mattina nello stereo. Io ascoltavo le sue canzoni con grande attenzione, poi è diventata una passione. È stato l’ideatore del teatro/canzone in Italia. Quest’estate sono stato al “Premio Gaber” ed è stata una delle esperienze più belle in assoluto della mia vita: il suo pubblico è vivo, attento. Mi sembrava giusto omaggiarlo.
Lo scorso anno abbiamo conosciuto il “primo Rubino”. Quest’anno abbiamo visto il “Secondo Rubino”, che è anche il titolo del tuo album. Cosa è cambiato ? È un percorso che prosegue. In un anno sono cresciuto, ho suonato tanto, ho iniziato a fare questo lavoro da professionista e ho capito i meccanismi di questo mondo. A livello umano la mia valigia si è arricchita molto: suonando per strada si incontrano fatti e faccende che diventano canzoni. Io voglio continuare a stare per strada tra le persone e per le persone.
Parlaci del disco… È il più bel secondo disco che abbia mai fatto! L’ho fatto con il cuore e, secondo me, ne è uscito un album compatto, sincero per i testi, forte per le melodie. Ci siamo concentrati sulle storie da raccontare. In un periodo in cui “va di moda” la fuga dei cervelli, i miei amici e collaboratori hanno deciso di restare qua e di dare il massimo per questo disco. Ne vado fiero e li ringrazio.
Ora andrai in tour? Saremo nei teatri più importanti in Italia perché vorrei far conoscere questo disco a cui tengo davvero tanto. Partiremo il 10 aprile dal teatro CTM di Brescia, poi andremo a Padova, Napoli, Bologna, Firenze, e anche nella mia Martina Franca.
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