Impegno sociale tra le note
Cantautrice, attivista, direttrice artistica di una casa discografica: l’eclettica Valeria Vaglio non si ferma mai e pubblica il terzo disco
Classe 1980, Valeria Vaglio comincia il suo percorso artistico nel 2005, quando vince una borsa di studio SIAE e frequenta il “Corso di perfezionamento per autori di testi” presso il Cet di Mogol. Da qui è tutto un crescendo: pubblica due dischi, è l’unica artista ad esibirsi sul palco del Gay Pride di Bologna, sostiene Amnesty International, diventa direttrice artistica della BoBo Records e a marzo di quest’anno pubblica il suo terzo album dal titolo Il Mio Vizio Migliore.
Com’è nato il nuovo disco? Subito dopo aver pubblicato Uscita di Insicurezza ho continuato a scrivere e a un certo punto è come se i testi si fossero messi insieme da soli: ho sentito la necessità di creare un lavoro completo. I testi non sono collegati da un filo conduttore, sono come delle macchie: man mano che mi venivano delle idee ho scritto e siamo arrivati a queste dieci tracce.
Tre aggettivi con i quali descriveresti il tuo album. Immediato, sincero e vero.
Il tuo rapporto con i live. Quale pensi sia la cosa più bella dell’andare in tour? È la cosa più bella del lavoro che faccio, perché il contatto umano per me è fondamentale. L’unico modo vero di fare musica è secondo me quello di coinvolgere più gente possibile e di trasmettere delle cose dal vivo. Tantissime persone si riconoscono in quello che scrivo: credo che questa condivisione di emozioni sia la cosa più bella che possa succedere ad una persona che fa il mio lavoro.
Sostieni Amnesty International: in che modo è iniziato il tuo attivismo sociale?
Io sono sempre stata, a livello ideologico, a favore di queste associazioni. Poi i miei fan mi hanno chiesto di essere coinvolta più attivamente, e l’ho fatto. Secondo me il ruolo della musica, come quello di qualsiasi altra arte, dev’essere anche un ruolo sociale. Noi artisti abbiamo la fortuna di essere in contatto con molte persone e quindi possiamo veicolare una serie di messaggi al grande pubblico. Da parte mia, credo che sia quasi un dovere essere portavoce delle battaglie promosse da Amnesty, come di altre.
L’anno scorso ti è stata affidata la direzione artistica della BoBo Records: come ti senti in questa nuova veste di direttrice? Per me è un modo per far uscire delle cose che, a livello artistico, il mercato non richiede. La musica bella è quella che nasce senza secondi fini e la BoBo Records è stata creata proprio per dare uno spiraglio a quelli che adesso non avrebbero possibilità di fare un disco o una produzione di pochi pezzi.
Com’è il tuo rapporto con i fan? Bellissimo! Rispondo personalmente a tutti, da tutti i miei profili Facebook. Questa cosa mi ha portato molto bene: sono dell’idea che le persone vadano rispettate una per una fin quando i numeri lo consentano. Per ora il rapporto lo gestisco io direttamente, non c’è nessun intermediario, nessun addetto stampa.
Quale traguardo artistico ti piacerebbe raggiungere? Delle collaborazioni importanti, per esempio mi piacerebbe scrivere un pezzo con Elisa o condividere una canzone con una penna come Tiziano Ferro. Insomma, mi piacerebbe imparare dalla gente che lo fa da più tempo di me.
L’amo è lanciato. Questi due artisti risponderanno alla chiamata della supercantautrice pugliese?
Com’è nato il nuovo disco? Subito dopo aver pubblicato Uscita di Insicurezza ho continuato a scrivere e a un certo punto è come se i testi si fossero messi insieme da soli: ho sentito la necessità di creare un lavoro completo. I testi non sono collegati da un filo conduttore, sono come delle macchie: man mano che mi venivano delle idee ho scritto e siamo arrivati a queste dieci tracce.
Tre aggettivi con i quali descriveresti il tuo album. Immediato, sincero e vero.
Il tuo rapporto con i live. Quale pensi sia la cosa più bella dell’andare in tour? È la cosa più bella del lavoro che faccio, perché il contatto umano per me è fondamentale. L’unico modo vero di fare musica è secondo me quello di coinvolgere più gente possibile e di trasmettere delle cose dal vivo. Tantissime persone si riconoscono in quello che scrivo: credo che questa condivisione di emozioni sia la cosa più bella che possa succedere ad una persona che fa il mio lavoro.
Sostieni Amnesty International: in che modo è iniziato il tuo attivismo sociale?
Io sono sempre stata, a livello ideologico, a favore di queste associazioni. Poi i miei fan mi hanno chiesto di essere coinvolta più attivamente, e l’ho fatto. Secondo me il ruolo della musica, come quello di qualsiasi altra arte, dev’essere anche un ruolo sociale. Noi artisti abbiamo la fortuna di essere in contatto con molte persone e quindi possiamo veicolare una serie di messaggi al grande pubblico. Da parte mia, credo che sia quasi un dovere essere portavoce delle battaglie promosse da Amnesty, come di altre.
L’anno scorso ti è stata affidata la direzione artistica della BoBo Records: come ti senti in questa nuova veste di direttrice? Per me è un modo per far uscire delle cose che, a livello artistico, il mercato non richiede. La musica bella è quella che nasce senza secondi fini e la BoBo Records è stata creata proprio per dare uno spiraglio a quelli che adesso non avrebbero possibilità di fare un disco o una produzione di pochi pezzi.
Com’è il tuo rapporto con i fan? Bellissimo! Rispondo personalmente a tutti, da tutti i miei profili Facebook. Questa cosa mi ha portato molto bene: sono dell’idea che le persone vadano rispettate una per una fin quando i numeri lo consentano. Per ora il rapporto lo gestisco io direttamente, non c’è nessun intermediario, nessun addetto stampa.
Quale traguardo artistico ti piacerebbe raggiungere? Delle collaborazioni importanti, per esempio mi piacerebbe scrivere un pezzo con Elisa o condividere una canzone con una penna come Tiziano Ferro. Insomma, mi piacerebbe imparare dalla gente che lo fa da più tempo di me.
L’amo è lanciato. Questi due artisti risponderanno alla chiamata della supercantautrice pugliese?