L'età del ferro
“The best of TZN”: il percorso artistico di Tiziano in una raccolta che più completa (quasi) non si può!
Come mai la scelta di una raccolta, proprio ora?
Le raccolte servono a creare una compilation di ricordi, o magari per iniziare a scoprire degli artisti che non si sono mai incontrati nella vita. Per chi mi conosce già ho voluto dare qualcosa in più e per chi non mi conosce c’è tutto il resto, singolo dopo singolo. Ho scelto di parlare di tutto il mio percorso artistico, ancor prima di Xdono, perché ho iniziato già nel 1997, ben prima della canzone che mi ha lanciato.
Quindi ci sono anche degli inediti?
Sì: oltre a tutti i singoli usciti ci sono anche inediti e rarità risalenti a quel periodo. Oltre a Quando ritornerai del 1997, a Sulla mia pelle del 1998, Angelo mio del 1999 e Il vento del 2000 ho voluto inserire anche Se il mondo si fermasse, traccia risalente al 2005, creata per un album swing che non ha mai visto la luce. Ho voluto raccontare il più precisamente possibile quello che è stato il mio percorso artistico per farmi conoscere meglio anche come persona. Alla fine, la cosa meno corretta è il titolo, ma è un sogno, perché volevo un disco che si chiamasse “the best of”: non ci sarà proprio “tutto il meglio”, ma posso dirvi che c’è la versione più completa possibile della mia carriera, in quella che posso definire una vera e propria “scatola della memoria”.
Come affronti la sfida del primo tour negli stadi?
Diciamo che ci sto pensando, anche se potremo dire solo a giugno se sarò pronto davvero o meno. Nel 2012 sul palco ho avuto un po’ la fortuna del principiante; ho avuto l'affetto che il pubblico mi ha dimostrato, ma adesso devo davvero fare sul serio. A Campovolo ho studiato Ligabue, Jovanotti e gli altri artisti sul palco, sentendomi inadeguato, ma attraverso la crisi che ho vissuto posso dire di aver avuto modo di trovare una soluzione, ascoltando tutte le “controparti”. Sarà il mio concerto, quindi diverso dagli altri...
Non sei ancora giovane per una “scatola della memoria”?
Il termine “giovane” è relativo: quando ho iniziato io era tutt’altra storia, tutt’altro contesto; io continuo a studiare in continuazione. Avevo bisogno di catalogare e immagazzinare per capire cosa sta succedendo alla musica e cosa succederà d’ora in poi.
A proposito di cambiamenti: cosa pensi della musica on demand in streaming?
Nonostante tutto quello che di negativo potevo pensare a proposito di Spotify e delle nuove modalità attraverso cui usufruire della musica, dopo la prima settimana di Senza scappare mai più ho capito che era inutile rimanere fermo sulle mie posizioni: su iTunes avevamo venduto 12.000 copie del singolo; su Spotify c’erano stati 250.000 ascolti. Ho capito che le cose sono cambiate: traccio una linea e da qui in poi, qualcosa succederà, anche a livello di contenuti qualcosa cambierà, sicuramente.
Le raccolte servono a creare una compilation di ricordi, o magari per iniziare a scoprire degli artisti che non si sono mai incontrati nella vita. Per chi mi conosce già ho voluto dare qualcosa in più e per chi non mi conosce c’è tutto il resto, singolo dopo singolo. Ho scelto di parlare di tutto il mio percorso artistico, ancor prima di Xdono, perché ho iniziato già nel 1997, ben prima della canzone che mi ha lanciato.
Quindi ci sono anche degli inediti?
Sì: oltre a tutti i singoli usciti ci sono anche inediti e rarità risalenti a quel periodo. Oltre a Quando ritornerai del 1997, a Sulla mia pelle del 1998, Angelo mio del 1999 e Il vento del 2000 ho voluto inserire anche Se il mondo si fermasse, traccia risalente al 2005, creata per un album swing che non ha mai visto la luce. Ho voluto raccontare il più precisamente possibile quello che è stato il mio percorso artistico per farmi conoscere meglio anche come persona. Alla fine, la cosa meno corretta è il titolo, ma è un sogno, perché volevo un disco che si chiamasse “the best of”: non ci sarà proprio “tutto il meglio”, ma posso dirvi che c’è la versione più completa possibile della mia carriera, in quella che posso definire una vera e propria “scatola della memoria”.
Come affronti la sfida del primo tour negli stadi?
Diciamo che ci sto pensando, anche se potremo dire solo a giugno se sarò pronto davvero o meno. Nel 2012 sul palco ho avuto un po’ la fortuna del principiante; ho avuto l'affetto che il pubblico mi ha dimostrato, ma adesso devo davvero fare sul serio. A Campovolo ho studiato Ligabue, Jovanotti e gli altri artisti sul palco, sentendomi inadeguato, ma attraverso la crisi che ho vissuto posso dire di aver avuto modo di trovare una soluzione, ascoltando tutte le “controparti”. Sarà il mio concerto, quindi diverso dagli altri...
Non sei ancora giovane per una “scatola della memoria”?
Il termine “giovane” è relativo: quando ho iniziato io era tutt’altra storia, tutt’altro contesto; io continuo a studiare in continuazione. Avevo bisogno di catalogare e immagazzinare per capire cosa sta succedendo alla musica e cosa succederà d’ora in poi.
A proposito di cambiamenti: cosa pensi della musica on demand in streaming?
Nonostante tutto quello che di negativo potevo pensare a proposito di Spotify e delle nuove modalità attraverso cui usufruire della musica, dopo la prima settimana di Senza scappare mai più ho capito che era inutile rimanere fermo sulle mie posizioni: su iTunes avevamo venduto 12.000 copie del singolo; su Spotify c’erano stati 250.000 ascolti. Ho capito che le cose sono cambiate: traccio una linea e da qui in poi, qualcosa succederà, anche a livello di contenuti qualcosa cambierà, sicuramente.