Musica

Negramaro: Viva la Rivoluzione

A cinque anni da“Casa 69” torna il gruppo che, da 15 anni, continua ad emozionare e conquistare cuori e orecchie di tutta Italia

12 novembre 2015di Chiara Colasanti

Il disco  si  intitola  La  Rivoluzione  sta arrivando: cosa significa? La Rivoluzione sta arrivando perché i titoli degli album sono  sempre  dei  veicoli  per  far  riflettere. E noi crediamo che in questo disco ci sia una rivoluzione: troppo presuntuoso?! Non credo: si tratta di una piccola rivoluzione interiore di sei persone che vivono da quindici anni insieme.

Anche il brano di apertura ha lo stesso titolo, ma sembra andare oltre le vostre storie personali… Sì: lo definirei un testo esplicitamente sociale. I piccoli movimenti interiori, confrontati con altri motivi personali sentiti in maniera collettiva fanno

sì che nascano le grandi rivoluzioni. Per noi la rivoluzione parte da un piccolo grande concetto: la vita è al centro di qualsiasi cosa; se tutti badassimo un attimo al valore della vita sarebbe una grande, grande rivoluzione

sociale e culturale.

Dal punto di vista musicale quale rivoluzione c’è stata in questo album? Condividiamo da molto tempo vita, musica, storia, esperienze: abbiamo attraversato molte fasi e ognuna ha rappresentato un  periodo  e  un  grado  di  esperienza  diverso. Siamo arrivati al punto in cui le cose si sono per assurdo evolute in modo molto più semplice: in questo disco suona la semplicità della sala prove. Ci siamo approcciati a questo disco in maniera diversa, supportati da un discorso musicale più scarno, diretto e non qualitativamente scarso, anzi! Però c’è anche un sapore particolare… Questo album è un bel mix di esperienze: non ci siamo mai stancati di imparare e di appassionarci a quello che facciamo. Questa fame continua di esperienza ci ha portato a Nashville, dove questo sapore blues dell’album ha dato il meglio di sé.

Siamo poi stati fortunati ad avere dalla nostra Caterina Caselli e la Sugar tutta: non capita di avere case discografiche che insistano a farci tornare a produrre indipendentemente; si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale!

Chi sono i rivoluzionari? Coloro che, quotidianamente, con i piccoli gesti, cambiano il  mondo!  L’arte può farlo, e la musica in particolare è un sogno. Lasciate alla musica almeno il sogno che non vi siano barriere. Se dovessimo parlare della realtà sempre, dovremmo raccontare cose così brutte che finiremmo per non parlare più. Lasciamo all’arte l’arte del sogno!

Sentite il peso di 15 anni insieme? Ti rispondo con la canzone che chiude il disco: L’amore qui non passa. Come a dire: “è tutto quello che vorremmo rimanesse di noi”. È l’ultima canzone che ho scritto prima di entrare in studio, dopo lo stadio di Lecce. La dedico tutta a noi sei in primis, a questo atto di amore lunghissimo: è un brano che ci ha riavvicinati e in un certo senso riazzerati. Ho ancora i brividi e avere ancora i brividi dopo 15 anni mi pare già sia sufficiente per una vita! Mi sento in dovere di dire grazie a questi cinque amici che hanno voluto che cantassi: io cerco ancora il cantante! Anche se domani dovesse cambiare, per me è un onore avere cinque amici così. Una storia così in Italia non c’è. Il sud del mondo è sempre prolifico e ricco di arte. Cosa potete dirci a proposito del tour?

“Il  tour  sta   arrivando”:   sarà   raccontata   tutta la rivoluzione dei Negramaro, uno spettacolo raccontato da immagini e da tutto quello che è nel disco e nel suo concept grafico. In poche parole, il  succo  dell’essenza  Negramaro,  raccontato  in musica e immagini!

 

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