Musica

Frammenti di Andrea

Milano, classe ‘92 e una determinazione fuori dal comune. Peligro ci parla del suo “Assoluto”

27 febbraio 2017di Chiara Colasanti

Chi si cela dietro il nome Peligro e come ti descriveresti a chi ancora non ti conosce? Dietro Peligro c’è una persona con una voglia e una passione difficilmente contenibili, che ha trovato nella musica la migliore forma di espressione di sé e di quello che ha dentro.

Come è nata “Frammenti”? Come nascono le tue canzoni in generale: c’è una routine creativa oppure ogni volta è diversa? “Frammenti” è nata da una necessità: in passato, quando provavo determinati stati d’animo, cercavo delle canzoni che li rispecchiassero – tantissime persone ascoltano una musica che viaggi sulla stessa lunghezza d’onda del loro mood del momento – e il caso (o la fortuna) volle che non riuscii a trovare nessun brano di altri artisti che riuscisse a descrivere come mi sentivo. Così feci ciò che, poi, è diventata routine per me: scrivere ciò che provo. 

Quale sensazione vorresti che rimanesse a chi ascolta la tua musica? Vorrei che chi mi ascolta comprendesse l’autenticità di ciò che vivo e che scrivo e che, magari, se ha vissuto qualcosa di analogo, trovasse nelle mie parole un’identificazione. Le storie che racconto appartengono alla vita di tutti, non racconto esperienze che solo una cerchia ristretta può vivere, non c’è discriminazione. 

Cosa ami maggiormente della dimensione live? Il coinvolgimento progressivo: non c’è niente di più bello di uno spettatore che magari non ha mai ascoltato un mio brano e che, man mano che lo spettacolo prosegue, viene coinvolto sempre di più. Vuol dire che quello che sto facendo funziona. 

Sogni nel cassetto e speranze per il breve termine? Sempre più musica, fatta sempre meglio. In qualunque contesto, dal live al lavoro in studio. Sia nel breve che nel lungo termine, sempre più musica

Cosa cambieresti subito di te e cosa non vorresti modificare mai e poi mai neppure sotto tortura? Una cosa che cambierei di me è la scarsa propensione alla pazienza.Ho imparato – o meglio, sto imparando – ad essere paziente, ma c’è ancora parecchio da fare prima di potermi definire soddisfatto di questo mio aspetto. Viceversa, quello che mai abbandonerei sono il mio entusiasmo e la mia determinazione.

C’è qualcosa che vuoi dire ai lettori? Approfitto dello spazio per ringraziare tutte le persone che hanno contribuito a rendere “Assoluto” realtà (sono davvero tante) e per ringraziare voi di Zai.net: non c’è limite allo show!

 

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