From the outside
Famosi sin da giovani(ssimi) i cinque ragazzi partono alla conquista delle chart internazionali facendo il loro esordio sulle scene con From The Outside
Come mai la scelta del titolo del vostro album? Vi siete visti “da fuori”?
Abbiamo scelto From The Outside perché avevamo questa canzone nell’album Where Have You Been (All My Night) e da un verso della canzone abbiamo scelto il titolo del disco. Ci siamo ritrovati a fare un piccolo passo indietro per osservare le nostre vite e le nostre relazioni sotto un’altra luce. Quando abbiamo scritto le canzoni dell’album abbiamo scritto di amore, di relazioni in generale, cercando di vedere il tutto con un occhio critico, come se non fossimo noi ad aver vissuto veramente quelle esperienze. Per questo motivo abbiamo voluto chiamarlo From The Outside.
Le vostre influenze, nelle canzoni che abbiamo sentito finora, spaziano dal post punk alla new wave: quale musica avete ascoltato crescendo?
Siamo tutti cresciuti ascoltando cose diverse e penso sia proprio questo che rende le nostre canzoni così sfaccettate. L’album ha molte influenze e penso che il fatto che ognuno di noi ascolti generi molto diversi gli dia delle radici ancora più profonde. Nel disco c’è una sensazione di nostalgia alla quale abbiamo lavorato ispirandoci agli artisti anni ’80, come Cyndi Lauper, per esempio.
Cosa ci potete dire circa la collaborazione con i
5 Seconds Of Summer?
Mi ricordo ancora la prima volta che sono entrati nello studio dove stavamo provando, eravamo nervosissimi, non sapevamo se saremmo andati d’accordo, non sapevamo che tipi di persone aspettarci… quando sono arrivati ci siamo trovati dei giganti: sono altissimi! Per un po’ non siamo nemmeno riusciti a capire benissimo il loro accento, dobbiamo ammetterlo! Ci hanno chiesto più o meno subito di firmare per la loro etichetta e di partire in tour con loro, appena sentite le nostre canzoni. Così abbiamo fatto due tour con loro: è stato splendido perché ci ha permesso di crearci nuovi fan. Siamo ancora tutti amici, ovviamente!
Avete iniziato la carriera musicale a livello professionale quando eravate molto giovani: com’è stato affrontare il successo essendo così giovani?
Abbiamo detto “no” a una vita normale quando eravamo molto piccoli, sì: non abbiamo realizzato veramente quello a cui abbiamo rinunciato. Non siamo andati a scuola come tutti, ricevendo un’istruzione a casa, quindi non abbiamo vissuto le relazioni interpersonali tipiche dei ragazzini, ma nel processo abbiamo trovato dei veri e propri partner di vita per la vita. Siamo molto più di una famiglia perché ci siamo scelti e continuiamo il nostro percorso insieme, dal primo giorno: siamo cresciuti, stiamo crescendo insieme e allo stesso tempo ognuno matura per conto suo.
Qual è la cosa più divertente dell’essere in una band?
Penso che la cosa più divertente sia avere praticamente un unico cervello, sapere quello che stanno pensando in quel momento gli altri e non c’è nemmeno bisogno di parlare. C’è anche l’aspetto di poter esplorare nuove città e trovare nuove attività da fare in giro per il mondo: è una grandissima fortuna, specie alla nostra età.