Musica

Sinonimo di festa

Sul palco sono in otto: un loro concerto è un’esplosione di energia assicurata. Rumba, ska, musica latina… l’importante è che siano i La Pegatina!

16 ottobre 2017di Chiara Colasanti

Come descrivereste il vostro sound a qualcuno che ancora non ha ascoltato le vostre canzoni? 

Normalmente la gente che ancora non ci ha ascoltato viene travolta dall’energia delle nostre canzoni: i ritmi sono latini, mescolati con rumba, ska, un po’ di tutto. Certo non si può dire che facciamo flamenco, ecco. Musica latina, musica da festa, sicuramente!

 

Come scegliete la lingua in cui scrivete le vostre canzoni?

Viene fuori da sola, si sceglie in autonomia: dipende dalla canzone, ovviamente. Quando stiamo lì che suoniamo un po’ con la chitarra alla ricerca dell’ispirazione, esce in una lingua o in un’altra. Siamo quasi sempre in tour, quindi dipende anche dal Paese in cui ci troviamo in quel momento, perché magari hai l’ispirazione legata al contesto linguistico in cui ti immergi. Quando ti relazioni con persone di una certa nazionalità, ti trovi a contatto con una determinata cultura poi ti viene quasi spontaneo esprimerti in quella lingua.

 

Avete girato tutto il mondo con i vostri tour: come vi trovate a suonare in Italia?

Suoniamo spesso in Italia, anche se ormai era da un paio di anni che non passavamo più: inizialmente facevamo concerti molto piccoli, al Leoncavallo di Milano, solo per citare uno dei posti dove abbiamo iniziato. La sensazione che avevamo era che suonavamo rumba e nessuno ballava, facevamo ska e veniva giù il locale! Poi abbiamo iniziato a lavorare con un’agenzia di Bologna e abbiamo suonato molto in lungo e in largo per il Nord Italia. Abbiamo avuto modo di creare una relazione sia con il nostro pubblico italiano sia con gli spagnoli che vivono in Italia e che vengono a vederci quando passiamo di qua.

 

In generale, com’è il vostro rapporto con i fan? 

Abbiamo iniziato a costruire la nostra relazione con i fan sin da quando eravamo agli esordi: è una delle cose più belle al mondo, che ci rende più felici di fare quello che facciamo e che ci viene davvero naturale. Ogni volta che finiamo un concerto siamo i primi a scendere dal palco, andare al banchetto del merch per parlare con la gente, condividere sensazioni post concerto e in generale sulla musica e sulla propria vita. Sin dal principio è così e non ci va assolutamente nemmeno di immaginare un rapporto differente. La gente apprezza di poterci parlare direttamente, senza filtri, senza schermi e non doverci solo vedere sul palco.

 

Come nascono le canzoni?

Non c’è una vera e propria routine creativa: quando viaggiamo e suoniamo tutti i giorni le idee si accumulano e nascono più facilmente, rispetto a quando magari siamo ognuno in casa propria. Nei nostri tour nascono idee che, una volta registrate, le si ascoltano dopo qualche tempo e si decide se ci piacciono, non ci piacciono, come dovremmo modificarle per farcele piacere. È tutto un lavoro di rifinitura dopo che l’idea principale nasce così, un po’ a caso, in un momento non ben definito.

 

Progetti per il futuro prossimo?

Alla fine di settembre abbiamo fatto tre date che concludono il tour ed entreremo in studio a registrare il nostro sesto disco. Se va tutto bene dovrebbe uscire attorno marzo/aprile del 2018 e staremo festeggiando il nostro 15esimo compleanno come gruppo. Così potremo riprendere ad andare in tour!

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