“dopo 15 anni abbiamo trovato il pubblico più rumoroso della nostra carriera. Grazie Milano!” queste le parole del frontman dei Avenged Sevenfold, che riempiono il Mediolanum Forum di Assago di Milano il 23 novembre 2013. Nonostante il parterre sia legge per un evento del genere, anche le tribune sono affolate.
Lo show inizia alle 19 circa con il primo gruppo spalla, gli Avatar, aprezzati per lo più per la presenza scenica che per la qualità musicale, ma il frontman della band svedese dimostra di saper interagire con il pubblico.
Alle 20 precede la band i tanto attesi Five Finger Death Punch che hanno dimostrato di non aver nulla da invidiare ai Sevenfold.
È alle 21.30 che si spengono le luci, si apre il sipario e spunta il mega teschio con ali da pipistrello, simbolo della band, accompagnato dalle note di “Shepherd of Fire”, secondo singolo dell’ultimo album, seguita da vecchie canzoni come “Critical Acclaim” e “Welcome to the Family”, tanto amate dai fans. Sul ritmo di “Doing Time” incomincia il pogo incitato da Mr. Shadows. Si continua con “Fiction” a Jimmy “The Rev” Sullivan, ex batterista della band prematuramente mancato poco prima dell’uscita di “Nightmare”, e una jam session di 10 minuti nella quale il chitarrista Synyster Gates mostra tutto il suo talento. Non è da meno il batterista Arin Ilejay che soprende e smetisce le critiche che non lo ritenevano all’altezza dei Sevefold. Ed è con “Bat Country”, pezzo straordinario dell’album “City of Evil” (2005), con il quale la folla perde il lume della ragione cantando a squarciagola e all’unisono. Concludono riproponedo vecchi pezzi “chapter four” e “Unholy confessions”.