Evidentemente il tre, numero perfetto, non è sufficiente. Gli instancabili studenti dell’istituto Primo Levi, dopo aver recitato presso la loro scuola, il cinema Columbia di Ronco Scrivia e il Teatro Botto di Savignone, non hanno saputo rifiutare l’opportunità di portare in tournée lo spettacolo intitolato "Facciamo le Valigie" riguardante il tema della Shoah.
Così, dalla colline della Valle Scrivia, la “compagnia teatrale” ha fatto letteralmente le valigie per raggiungere la costa ligure. L’accoglienza di Borgio Verezzi è stata delle migliori, poiché gli organizzatori della rassegna “Ragazzi sul palco” hanno ricevuto il gruppo a braccia aperte illustrando le fasi e la scaletta del programma. Dopo aver depositato tutto il materiale scenico negli appositi camerini attrezzati, il gruppo è stato invitato ad assistere alla rappresentazione di due spettacoli preparati da classi di altri istituti. È stato interessante, nonché didatticamente costruttivo, vedere ragazzi e ragazze provenienti da scuole diverse profondere il loro impegno nella riproposizione di importanti testi classici come Medea. Ciò non sminuisce l’impegno di tecnici, attori, cantanti e ballerine del gruppo dell’ISS “Primo Levi”, che hanno proposto con un progetto originale un tema molto delicato, anche perché realtà storica molto recente.
"Facciamo le Valigie" infatti propone con semplicità scenica la lettura di vere testimonianze e fatti accaduti non noti a tutti. In quest’ottica la parola assume caratteristiche di essenzialità, svestendosi di abiti esageratamente ridondanti o elaborati, per essere percepita semplice e pura sia dallo spettatore che assiste e sia da chi in quel momento recita. Il verdetto conclusivo appartiene all’applauso del pubblico, ma rimane comunque saldo il fine di destare quella memoria pigra che facilmente dimentica situazioni vissute da altri in tempi diversi. È quindi necessario, ma non scontato, un personale coinvolgimento di ogni membro del team perché se si vuole che un orologio giri bene, ogni ingranaggio o rotella deve essere ben oliata.
Una volta scaricata la tensione dell’esibizione la compagnia ha partecipato a un “salotto” teatrale molto informale per discutere apertamente dell’esperienza appena vissuta. Ne sono emersi i pregi e le difficoltà tecniche in un clima di positivo confronto che ha sottolineato che il vero spettacolo non è il rosso sipario o le luci multicolori, ma l’appassionata partecipazione di ogni componente del gruppo.